C’è un gran bel pezzo di Christopher Kinght sul suo The Knight Shift che parla delle conseguenze di Wargames (il film di John Badham con Matthew Broderick, tutto incentrato sul mondo dell’informatica telematica nei primi anni ’80), e di come il successo ma anche l’accuratezza con cui il mondo della telematica è dipinto abbiano contribuito ad aumentare le paure sociali.
Il post in questione spiega benissimo concetti che, se approfonditi, sono molto interessanti e fanno parte delle teorie sull’influenza del cinema, ma anche degli altri mezzi di informazione, sulla percezione che le persone hanno della realtà.
Raccontando di come ad alcuni suoi amici sia stato proibito di avere una connessione alla rete fino al 1998 perché i genitori temevano si potessero intromettere “per sbaglio” in siti governativi, Knight mostra bene che spesso il cinema è in grado di formare l’immaginario collettivo.
La gente ha sempre paura di ciò che non conosce e tuttora vediamo come molti siano spaventati dalle potenzialità della rete che concepiscono alle volte in un modo che somiglia più alla magia che alla tecnologia.
Ed è curioso che un film di un paio di decenni fa continui ad avere un influenza così forte nonostante le sue tecnologie siano ampiamente superate. Il punto è probabilmente che seppure le tecnologie sono superate è il modo di mostrare come i personaggi interagiscano con quel misto di realismo e fantasia che regge. Il contesto infatti spesso conta molto poco e il realismo tecnologico pure.
Io sono il primo a lamentarmi di come molte volte il cinema hollywoodiano sbagli nel parlare di tecnologia, eppure riconosco che quegli errori contano poco se sono supportati da dinamiche efficaci.