Le tecniche di additive manufacturing impiegate nell’ambito delle stampanti 3D sono in continua evoluzione e oggetto di una ricerca costante, finalizzata a migliorare sia la qualità dei materiali impiegati che la solidità garantita dal prodotto finale. Questo vale soprattutto quando si ricorre al processo LDM (Liquid Deposition Modeling) con materiali liquidi come l’argilla, a differenza di quanto avviene invece con polimeri e termoplastiche che solidificano a temperatura ambiente dopo essere stati riscaldati e depositati, poiché è necessario scongiurare il rischio di collassi o cambiamenti indesiderati della forma generata.
Dall’esigenza di approfondire questi aspetti è nata da qualche mese la collaborazione tra WASP e l’artista Francesco Pacelli, incentrata principalmente sull’utilizzo della ceramica. La partnership ha portato all’apertura di un nuovo laboratorio dedicato esclusivamente esclusivamente a questo tipo di pratica. Un’iniziativa che si è estesa fino ad abbracciare la città di Faenza, coinvolgendo alcuni dei suoi artigiani, rinomati per l’abilità nella lavorazione di questo materiale. L’obiettivo è dunque dar vita ad una sorta di continuità fra la tradizione, le conoscenze del passato, le possibilità del presente e le evoluzioni future che saranno introdotte da questa nuova tecnica digitale.
L’azienda di Massa Lombarda (RA) e Pacelli collaborano dall’ottobre scorso. Il suo lavoro è incentrato prevalentemente sull’ambito artistico, ma le potenziali applicazioni delle stampanti 3D e del processo di Liquid Deposition Modeling sono ben più ampie e potranno un giorno arrivare ad interessare i territori dell’ingegneria, del design, della moda e del settore biomedicale.
Per quanto riguarda WASP, se ne è già parlato in più occasione. L’ultima quando il team ha presentato la stampante Big Delta da 12 metri, progettata per la costruzione di case in argilla, caratterizzata da costi operativi contenuti e da una notevole rapidità d’esecuzione.