I rapporti tra Waymo e Uber sono tesi, ormai da qualche mese, per via di una causa legale che deve far chiarezza sulla presunta sottrazione (da parte del gruppo di Kalanick) di tecnologie e proprietà intellettuali legate alla tecnologia di guida autonoma sviluppata nei laboratori di Mountain View. Partendo da questo presupposto risulta piuttosto comprensibile, per la divisione di Alphabet, la scelta di affidarsi al rivale Lyft per siglare una partnership.
Per chi non ne fosse a conoscenza, è un’azienda che opera nel settore del ride sharing, attualmente il principale concorrente di Uber. Non sono stati rilasciati i dettagli dell’accordo, ma si parla di trattative avviate nell’estate scorsa e che di recente hanno portato a una firma. L’obiettivo dovrebbe essere quello di avviare alcuni progetti pilota (con tutta probabilità negli Stati Uniti) per mettere le self-driving car al servizio della collettività, offrendo un servizio di trasporto pubblico. Da non escludere nemmeno lo sviluppo congiunto di nuovi sistemi e tecnologie. Utilizzare il condizionale, al momento, è però d’obbligo. Questa la conferma da parte di un portavoce Waymo.
La visione di Lyft e il suo impegno finalizzato a migliorare gli spostamenti nelle città ci aiuterà a rendere disponibile la guida autonoma a più persone, in più luoghi.
Si prospetta la più classica delle situazioni win-win: da una parte Waymo potrà contare sulla user base di Lyft per far conoscere la propria tecnologia e raccogliere feedback, dall’altra il gruppo di ride sharing avrà a disposizione un partner di rilievo per mettere un piede nel promettente mondo della guida autonoma, avendo già messo nero su bianco di non voler sviluppare un sistema proprio. Così una portavoce dell’azienda ha commentato l’accordo.
Waymo ha oggi la migliore tecnologia self-driving e collaborare con loro consentirà di accelerare la nostra visione condivisa finalizzata a migliorare il mondo dei trasporti.