Il dilemma uomo-macchina ha origine antiche. In ambito informatico lo possiamo far risalire alla nascita del primo computer e delle prime teorie sull’Intelligenza Artificiale.
È da allora, infatti, che l’uomo ha voluto cimentarsi con la sua neonata creatura, inseguendo un sogno di onnipotenza e di sfida intelligente. Ha cercato ardentemente una conferma alle proprie idee nelle componenti fisico-logiche di una macchina.
Partendo dal test di Turing fino ad arrivare ai giorni nostri, con la programmazione ad oggetti e gli algoritmi dei motori di ricerca, il suo obiettivo primario è sempre stato quello di farsi capire dalla macchina. In altre parole, di sintetizzare l’estensione del proprio pensiero verso e attraverso di essa.
In questo preciso campo dell’informazione i Search Engines hanno trovato una giusta collocazione. Il loro contributo è fuori discussione, notevoli sono le loro capacità logiche nel ricercare termini, frasi e documenti specifici.
L’Information Retrieval, così viene chiamato il settore applicativo a cui appartengono i motori di ricerca, ha spalancato le porte ad un’innumerevole schiera di programmatori, facendo la loro fortuna (vedi il caso dilagante di Google).
Il Web però, non è fatto solo di codice. Una marea altrettanto dirompente e nutrita di Web writers e Web marketers ha spinto verso l’umanizzazione dei contenuti e verso il Social Network, inteso come spazio di scambio e di crescita globale.
Proprio in questo secondo campo, si collocano le Web Directory, dove la classificazione dei contenuti per categorie ha facilitato la vita a tanti utenti e ha aperto la strada alla link popularity, allo scambio link e all’article marketing.
Quindi, sostanzialmente, ci troviamo di fronte a due “linguaggi” differenti ma che lavorano alla stessa costruzione: l’indicizzazione dei contenuti. La directory ha dalla sua il fattore umano e la sua imprevedibilità, mentre il motore di ricerca soggiace all’intelligenza e alla velocità della macchina.
Quale preferire? O meglio, a quale dare preminenza?
Io credo che la verità sia nel mezzo e che una saggia gestione delle due alternative sia la carta vincente.
La ricerca futura deve tenere in considerazione l’uomo senza tralasciare la macchina. Come il sogno pensato dai primi ricercatori informatici, una sintesi intelligente non solo è plausibile ma è soprattutto possibile. È questo il suo fine ultimo, ora più che mai.
Non c’è da meravigliarsi quindi, che anche il mondo di Internet e dei motori di ricerca risponda appieno alle attese di questo sogno antico.
E voi a quale delle due alternative date più rilevanza? Vi fidate più dei contenuti o degli algoritmi?