Quando Lella si siede vicino a me per parlarmi del Webb.it dal suo punto di vista, le brillano ancora gli occhi. Ventotto anni e uno sguardo emozionante, fa parte dello Staff di Webb.it come assistente dell’Ufficio Comunicazioni e Relazioni Esterne; ha lavorato sodo per nove mesi per vedere partorire questa eccezionale manifestazione.
Grossi sforzi quindi, a partire dal viaggio in Spagna. Eh sì, perché Pierantonio Macola, patron di Webb.it, l’idea l’ha presa da una manifestazione analoga che si svolge ormai da sei anni al Museo della Scienza di Valencia.
Tornato in Italia ha deciso che anche i giovani della nostra penisola avrebbero dovuto avere l’occasione di fare una simile esperienza. Ha quindi messo insieme un gruppo di persone di età non superiore ai 30 anni e si è dedicato anima e corpo all’organizzazione di Webb.it 2001.
La prima cosa che ho notato in questi giorni è stata l’assenza di alcuni grossi nomi del panorama dell’Information Technology italiano e non solo. Gli stand presenti nell’area Open infatti non erano molti, sicuramente meno di quelli annunciati, e credo che se avessi fatto un viaggio di circa 700 km solo per visitare la fiera sarei rimasto decisamente deluso. «Le grosse aziende chiudono i bilanci alla fine dell’anno ed è in quel momento che decidono gli investimenti per l’anno a venire. E poi ci vuole sempre un pò di tempo per assimilare le novità», è questo il commento di Lella.
Io credo invece che forse qualcuno non ha dato il giusto peso all’evento, che invece ha avuto una risonanza nazionale e internazionale non indifferente. E questo è testimoniato anche dallo spazio che le reti televisive pubbliche e private hanno dato a Webb.it oltre che dai numerosi articoli apparsi su tutte le maggiori testate nazionali.
I workshop invece sono stati tanti e quasi tutti di buona qualità. Partendo da quelli dedicati all’animazione e al web designer per arrivare a quelli più tecnici dedicati alle strutture delle reti e dei webserver, sono stati un momento di approfondimento per chi della rete ne fa la propria attività quotidiana. Chi vi ha partecipato sicuramente è tornato a casa con un bagaglio culturale più ampio di quello con cui era partito.
Ma il fulcro del Webb.it è stata sicuramente l’area Campus.
L’arena in cui il popolo di Internet si è ritrovato per conoscersi e confrontarsi è stata davvero un momento appassionante e unico nel suo genere. Io stesso, dal momento in cui ho messo piede nella Fiera di Padova, ho perso ogni cognizione spazio-temporale perché è stato un susseguirsi di avvenimenti che hanno lasciato davvero poco spazio a tutto il resto. E devo dire che su questo c’è stato un giudizio quasi unanime dei partecipanti: tutti decisamente soddisfatti dell’organizzazione e del trattamento a loro riservato. Pensate che c’è stata fornita persino l’acqua da portarci in camerata per la notte!!
«Mi mancherete molto» afferma Lella. Il coinvolgimento infatti è stato reciproco e se lo staff di Webb.it ha dato il massimo della disponibilità e della passione in ogni momento, anche i ragazzi del Campus sono stati rispettosi dei propri colleghi e della struttura della Fiera.
La natura dei partecipanti è stata molto variegata, e forse proprio per questo il Webb.it è ben riuscito. C’è stata la partecipazione di gruppi tecnici e molto compatti come gli amici del POC (PowerBook Owners Club) che si sono prodigati per fornire a tutti gli utenti Mac (ma non solo) servizi molto importanti (leggi server SMTP), o i seguaci di Linux che hanno continuato a digitare comandi sul terminale per tutti e tre i giorni.
C’erano intere comitive di amici che hanno approfittato dell’occasione per trascorrere una vacanza un pò fuori dal normale; c’erano inoltre molti professionisti del settore che hanno seguito tutti gli avvenimenti con occhio vigile ma con grande entusiasmo e partecipazione. E infine c’erano tutti quelli che girano su Internet per studio o per passione, increduli di vedere scaricare gli MP3 a un megabit al secondo e più.
Io sono pienamente d’accordo con chi ha affermato che Webb.it è stata la Woodstock del popolo di Internet, a parte i numeri. Senza voler idealizzare niente e nessuno, in questi giorni si è respirata un’aria magica di pace e fratellanza, quasi mistica. Ho avuto qualche problema di configurazione del mio computer e non è stato necessario neanche chiedere per ricevere aiuto. Questo dimostra che la nostra generazione ha degli ideali e dei valori, anche se forse spesso li esterna in maniera atipica.
Attraverso la rete ad esempio