Il Ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla ha alzato la voce contro una applicazione per iPhone ed iPad che identifica l’Italia con il solito cliché pizza/mafia/pasta che da sempre non riusciamo a scrollarci di dosso. L’azione è avvenuta con grossa enfasi, attirando le cronache di tv, giornali e siti web che in coro ne hanno raccolto il significato, l’importanza e lo sdegno.
Le parole del Ministro sono state pubblicate anche sul suo sito web personale, ove viene spiegata l’esatta procedura seguita contro l’App sviluppata dalla Apalon/MYW Productions: «Ho dato mandato all’Avvocatura dello Stato di procedere nelle sedi opportune contro i responsabili del grave danno d’immagine arrecato al nostro Paese. Si tratta ovviamente di una rappresentazione offensiva ed inaccettabile, per di più accompagnata da un testo “esplicativo” che, se possibile, peggiora ulteriormente le cose. L’Italia è un faro nel mondo per la sua storia, la sua cultura ed il suo stile. Come cittadina e come ministro non posso permettere che si getti discredito sul nostro Paese utilizzando un’organizzazione criminale come nostro testimonial. Tutto questo fa grande torto all’Italia e agli italiani. Tale immagine distorta, alla cui creazione hanno contribuito anche tante pellicole cinematografiche diffuse in tutto il mondo, deve essere definitivamente corretta. Perciò ho chiesto ad Apple di rimuovere l’applicazione da APP store e ho dato mandato all’Avvocatura dello Stato di procedere nelle sedi opportune contro i responsabili».
Ben fatto. Però, molto probabilmente, sarebbe bastata una richiesta di rimozione. Si sarebbe così evitato un polverone attorno ad una piccola applicazione, si sarebbe evitato di scomodare l’Avvocatura dello Stato (la quale non lavora gratis) e si sarebbe evitato di sentire giornalisti poco attenti riferire che la denuncia è contro Apple (la quale non è direttamente responsabile dello sviluppo dell’App, ma solo della sua approvazione sull’App Store).
Ben fatto. Però lo si poteva fare meglio e subito chiedendo semplicemente che l’App venisse rimossa, nulla più. Oppure si poteva dimostrare tolleranza nei confronti di un cliché che abbiamo cucito addosso da sempre: se non abbiamo fatto censurare Il Padrino, potevamo probabilmente tollerare l’ignota “What Country” della quale nessuno aveva mai sentito parlare fino ad ora (0.79 euro su App Store).
Ben fatto. Però si poteva evitare di usare una piccola applicazione per telefonini come una battaglia di Stato. Lo Stato, anzi, dovrebbe forse forse pensare prima ad altre questioni che in passato non ci hanno reso onore e che ci son costate ben più di una piccola App. Basti pensare a quell’Italia.it di Stanca/Rutelli/Brambilla che nel mondo fino ad ora ha portato soltanto una grossa polemica, un grosso pasticcio a spese di tutti ed il maccheronico “biutiful cauntri” che nessuno scorderà mai. A differenza dell’ignota “What Country” che presto rimuoveremo tutti dalla mente ed Apple dal suo App Store.