WhatsApp, attenti alla bufala dell'8 Febbraio

WhatsApp, occhio alla fake news dell’8 febbraio: di cosa si tratta? Ne parliamo dettagliatamente nella news.
WhatsApp, attenti alla bufala dell'8 Febbraio
WhatsApp, occhio alla fake news dell’8 febbraio: di cosa si tratta? Ne parliamo dettagliatamente nella news.

Utenti WhatsApp, tenete gli occhi bene aperti: sta infatti circolando sulla rete la notizia che da oggi, 8 febbraio 2022, la piattaforma cambierà nuovamente la sua politica relativa alla privacy con delle nuove regole che metteranno fortemente a rischio i dati dei suoi iscritti. Ebbene, prima che qualcuno inizi a stracciarsi le vesti e a gridare a squarciagola epiteti irripetibili sappiate che non è vero niente. Si tratta infatti di una fake news.

WhatsApp, la fake news sui cambiamenti alla politica sulla privacy

In vista dell’8 febbraio 2022, torna in auge una notizia vecchia di almeno un anno, ovverosia quella che vedrebbe WhatsApp intenzionata a cambiare nuovamente la sua politica per la privacy. Solo che questa volta le regole sarebbero talmente assurde da mettere a rischio i dati personali di milioni di utenti. Tutto falso, lo ribadiamo. Purtroppo notizie bufala come questa prendono piede tra gli utenti anche a causa dei precedenti reali, che loro malgrado finiscono per alimentare una certa diffidenza verso una determinata app o piattaforma, rendendo di fatto un certo sentimento popolare terreno fertile per seminare qualche news tarocca.

Nel caso di WhatsApp non giocherebbero a suo vantaggio nemmeno le recenti sentenze di condanna dell’UE, come quella dello scorso settembre che portarono la Commissione per la protezione dei dati (DPC) irlandese a sanzionarla con una multa da 225 milioni di euro per la violazione delle leggi sulla privacy dei dati dell’Unione Europea.

Oppure la richiesta di chiarimenti della Commissione europea su come la piattaforma si è adoperata per adempiere al rispetto delle leggi sulla protezione dei dati dei consumatori europei. Una richiesta di questo gennaio che fa seguito a una denuncia presentata lo scorso mese di  luglio da una serie di organizzazioni per la tutela dei consumatori con sede nell’UE che avevano segnalato la poca chiarezza della piattaforma sul tema. Ad ogni modo, oggi on accadrà nulla con buona pace di qualche buontempone che si diverte a mettere in giro, ciclicamente, certe finte informazioni generando timori o confusione.

 

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