Oltre 600 milioni di utenti usano ogni giorno WhatsApp, la nota applicazione di messaggistica che ha di fatto contribuito alla morte degli SMS. Il servizio, acquisito da Facebook nel mese di febbraio per 19 miliardi di dollari, può essere ritenuto responsabile anche di altre conseguenze, questa volta di tipo coniugale. Secondo l’Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani (AMI), WhatsApp viene citato nel 40% dei casi di divorzio come prova dell’infedeltà del partner.
In base all’ultimo report ISTAT, in Italia ci sono ogni anno 53.000 divorzi, 173 ogni 1.000 matrimoni. In passato si usavano tecniche tradizionali per scoprire le relazioni extra coniugali (nei casi estremi anche il pedinamento da parte di un investigatore). Oggi invece è molto più semplice scoprire eventuali tradimenti, grazie alla diffusione dei social network (Facebook, in particolare) e alle app di messaggistica. Secondo Gian Ettore Gassani, Presidente della AMI, WhatsApp consente lo scambio di messaggi tra amanti, ma allo stesso tempo ha semplificato l’individuazione dei tradimenti.
I social media hanno incentivato i tradimenti in Italia rendendoli più semplici, prima attraverso i messaggi, poi tramite Facebook e ora con WhatsApp. Gli amanti possono scambiarsi fotografie compromettenti di loro stessi. Abbiamo visto adulteri utilizzare il servizio per portare avanti tre o quattro relazioni. Queste sono situazioni destinate ad esplodere.
Recentemente, WhatsApp ha introdotto la doppia spunta blu che mostra quando il destinatario ha letto il messaggio. Non è più possibile quindi negare al proprio partner di averlo fatto. In realtà, esiste la possibilità di aggirare la sua visualizzazione, utilizzando Pushbullet e l’estensione per Chrome. Gli adulteri più incalliti apprezzeranno sicuramente questo “trucco”.
Gassani consiglia prudenza, perché con WhatsApp il tradimento è facilmente individuabile. Basta il suono del messaggio per far insospettire il partner. Ovviamente WhatsApp non è il male assoluto, come non lo è Facebook. Il colpevole è sempre chi usa questi strumenti per compiere azioni sbagliate.