Mai fidarsi delle apparenze online, soprattutto quando si tratta di WhatsApp. Un vecchio adagio che oggi assume contorni sempre più preoccupanti, mentre i criminali informatici affinano le loro tecniche di social hacking per impossessarsi di dati personali e account della popolare app di messaggistica.
L’allarme arriva da Consumatori.it, il cui presidente Massimiliano Dona mette in guardia da metodologie di truffe sempre più evolute, che hanno ormai superato le tradizionali e facilmente riconoscibili catene di Sant’Antonio. Il nuovo obiettivo dei malintenzionati è manipolare le relazioni personali degli utenti, fingendosi amici o familiari per carpire informazioni sensibili.
La tecnica più insidiosa prevede un doppio attacco: prima l’invio di un SMS con un codice di verifica, poi un messaggio WhatsApp da un contatto apparentemente fidato che chiede di condividere quel codice. È così che gli hacker riescono a impossessarsi degli account delle vittime, utilizzandoli successivamente per perpetrare nuove truffe.
Per difendersi, l’app mette a disposizione strumenti come PIN e verifica in due passaggi, la cui attivazione è fortemente raccomandata. Ma le minacce sono molteplici: dalla falsa notizia di WhatsApp a pagamento, alle versioni non ufficiali dell’app cariche di malware, fino ai link che promettono improbabili sconti o richiedono donazioni per false cause benefiche.
Un campanello d’allarme è spesso rappresentato dalla qualità dei messaggi: errori grammaticali e costruzioni linguistiche inusuali possono rivelare l’uso di traduttori automatici da parte dei truffatori. La regola d’oro rimane quella di verificare sempre l’autenticità delle richieste, possibilmente contattando il presunto mittente attraverso canali alternativi.
La consapevolezza dei rischi e l’adozione di precauzioni basilari rappresentano oggi più che mai gli strumenti fondamentali per navigare sicuri nel mare magnum della sicurezza online.