Le indagini effettuate dalle autorità britanniche in seguito all’attacco terroristico del 22 marzo hanno rivelato che Khalid Masood ha utilizzato WhatsApp pochi minuti prima di investire i pedoni sul Westminster Bridge. Durante un’intervista alla BBC, il Segretario di Stato Amber Rudd ha chiesto a Facebook di collaborare con il governo, consentendo l’accesso ai messaggi inviati tramite il suo popolare servizio. In pratica, l’azienda di Menlo Park dovrebbe inserire una backdoor per eludere la crittografia end-to-end.
La dichiarazione della ministra inglese è stata ovviamente criticata dagli esperti di sicurezza e dalle organizzazioni che difendono i diritti civili dei cittadini. Le parole della Rudd dimostrano innanzitutto una scarsa conoscenza della tecnologia, in quanto non è possibile inserire una backdoor in WhatsApp senza compromettere il suo funzionamento. La crittografia end-to-end è stata implementata per garantire la privacy delle conversazioni, dato che solo mittente e destinatario possono leggere i messaggi. Una “porta sul retro” è una vulnerabilità che potrebbe essere sfruttata da qualsiasi cybercriminale.
Il Segretario di Stato ritiene invece che WhatsApp e altri simili servizi “non devono fornire ai terroristi un luogo segreto per comunicare tra loro“. In sostanza, le autorità devono essere in grado di leggere i messaggi. La Rudd ha invitato i dirigenti delle aziende interessate ad un incontro che avrà luogo il prossimo 30 marzo. Come già accaduto in situazioni analoghe, la richiesta di collaborazione verrà sicuramente respinta.
Il governo britannico potrebbe anche emanare un legge che preveda l’obbligo di consentire l’accesso al servizio di messaggistica attraverso una backdoor. WhatsApp potrebbe ignorare la richiesta e, in casi estremi, abbandonare il mercato inglese. Gli utenti sarebbero quindi costretti ad utilizzare altri servizi che non offrono la stessa sicurezza.