Quando viene proposto il Wi-Fi gratuito nelle piazze occorrerebbe valutare anche l’altro lato della medaglia: nel momento in cui una pubblica amministrazione va ad offrire all’utenza un servizio a costo zero, infatti, si utilizzano fondi pubblici facendo al tempo stesso concorrenza con eventuali interessi privati. L’idea di portare il Wi-Fi nelle piazze andrebbe pertanto riconsiderata sotto questa ottica?
A chiedere un ripensamento generale della questione è Stefano Parisi, presidente di Assotelecomunicazioni-Asstel, il quale richiama l’attenzione sul problema chiedendo semplicemente chiarezza e coerenza. Diventa infatti inutile investire soldi pubblici nella copertura delle piazze se poi tale intervento va contro gli interessi specifici del privato nella copertura del territorio. Il rischio è di mettere in concorrenza pubblico e privato ove tale concorrenza non è però in alcun modo benefica, poiché non porta ad una moltiplicazione degli interventi e, anzi, soltanto ad una sottrazione delle risorse:
Quindi, se vogliamo le Ngn in Italia è del tutto fuorviante e irrealistico continuare a propagandare Internet gratis per le città italiane. Si tratta di un tema molto delicato su cui la politica deve fare chiarezza, perché “Internet gratis” offerto da Province e da Comuni vuol dire fare concorrenza sleale con i soldi pubblici, statalizzare uno degli interventi di natura più decisamente privata, che è appunto l’investimento nelle reti di nuova generazione. Questo è puro populismo che va superato
Parisi chiede quindi che la pubblica amministrazione non si sostituisca al privato e che, al contrario, contribuisca agli investimenti ove possibile. Le medesime risorse, secondo Asstel, potrebbero insomma essere impiegate meglio: forse con minor ritorno di immagine, ma sicuramente con maggior vantaggio per la collettività.