“Si liberalizza inoltre l’istallazione dei sistemi di telecomunicazione Wi-Fi nel territorio nazionale”. Con questa semplice riga ieri nella 500esima seduta del Senato (sul decreto il governo ha posto la fiducia, ma non dovrebbero esserci problemi, poi passerà alla Camera prima del 27 febbraio) si è depennata la legge Pisanu e si lasciano le cose così come sono. Ma come?
La risposta è semplice: dopo aver capito che rimettere mano al decreto nei mesi necessari per trasformarlo in legge sarebbe stato complicato, il governo ha deciso di non emendare il decreto che di fatto cancella – non prorogandolo – la legge Pisanu.
Se qualche settimana fa pareva ancora determinato a intervenire per inserire una forma di controllo, per casi particolari, al traffico delle reti pubbliche senza fili, anche il ministro Maroni sembra aver mollato la presa: in Italia, di fatto, il Wi-Fi è liberalizzato. Non sarà più possibile controllare i dati degli utenti per questioni di sicurezza nazionale.
La conseguenza principale sarà una più facile diffusione delle reti da parte dei privati e anche degli enti pubblici. Nell’ultimo caso, col sistema che va per la maggiore: l’account unico con registrazione gratuita tramite SMS.
Attenzione, però. La vita è semplificata per gli utenti, ma non per gli esercenti che vorranno offrire questo tipo servizio: costi e burocrazia sono sempre quelli determinati dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Garante delle comunicazioni.