Nonostante il Governo abbia modificato il Decreto Pisanu, che di fatto ostacolava la diffusione del WiFi libero nel nostro Paese, in Italia sembra che pochi abbiano davvero capito le grandi potenzialità nell’installare hot spot wireless gratuiti e offrire dunque punti d’accesso pubblici a banda larga. Pensiamo per esempio al turismo e ai servizi che si potrebbero offrire ai turisti concendo loro collegamenti wireless a banda larga. Chi viaggia spesso all’estero, sa per esempio che è molto facile trovare hot spot WiFi gratuiti da cui connettersi per navigare, gestire la propria corrispondenza elettronica e per telefonare sfruttando i servizi Voip.
Nonostante il WiFi pubblico sia potenzialmente un’arma vincente, l’Italia risulta essere solo la quattordicesima Nazione al mondo per punti d’accesso disponibili. Meglio di noi, e non di poco, fanno anche Turchia e Taiwan. Dati alla mano, in Italia, scopriamo che i 5097 hot spot wireless sono dislocati per la maggior parte in Trentino Alto Adige e Lombardia.
È un dato comunque molto magro, perché vista da un’altra angolazione, in Trentino Alto Adige, c’è un hot spot wireless ogni 6387 residenti, mentre in Lombardia, questo rapporto sale a un hot spot wireless ogni 7.399 residenti.
Le altre regioni “virtuose” nel nostro Paese sono: Lazio, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto.
Risultati deludenti, nonostante lo sforzo del Governo nel liberalizzare il WiFi e il sempre più crescente interesse di alcuni enti per l’attivazione di reti WiFi pubbliche. A questo punto l’unica speranza è che in Italia si prenda davvero coscienza delle grandi potenzialità delle reti wireless pubbliche e si decida di investire in esse.