In Europa la diffusione degli hot post wireless gratuiti è molto alta. Chi viaggia non ha mai grandi difficoltà a trovare un punto d’accesso gratuito e questo permette ai turisti o agli abitanti del luogo di accedere ad Internet con molta facilità.
Non è così in Italia soprattutto a causa delle limitazioni del “Decreto Pisanu“, di cui abbiamo parlato molte volte, che di fatto impone macchinosi iter per l’utilizzo degli accessi pubblici, tali da pregiudicare la diffusione degli hot spot WiFi.
C’è però probabilmente chi snobba questo decreto e secondo WeFi, un noto portale dove vengono catalogati gli hot spot wireless pubblici mondiali, in Italia il 30% del totale degli hot spot WiFi è aperto all’uso pubblico senza dunque richiesta di registrazione o inserimento password.
Vien da se che proprio in base al Decreto Pisanu, questo 30% è molto probabilmente fuorilegge.
E proprio da qui ci ricolleghiamo a quanto riportammo poco più di un mesetto fa quando affrontammo il problema della mancata diffusione del WiFi pubblico proprio a causa di questa limitazione.
Questo 30% è il segnale che agli italiani il wireless piace e che vogliono più punti d’accesso WiFi gratuiti in giro per le città, senza però dover ogni volta intraprendere iter burocratici complessi e inutili.
Il Decreto Pisanu è stato rinnovato ancora di un anno, a quando quindi una vera riforma per il WiFi pubblico in Italia?