Wikipedia ha scelto il compromesso: se non puoi uccidere il nemico, insomma, farselo amico può essere una soluzione. Una modifica ai Termini d’Uso del servizio cambia così orizzonte in modo radicale su un tema che ha fatto parecchio discutere in passato: le modifiche a pagamento dell’enciclopedia online, fornite da aziende specializzate che in molti casi “puliscono” la reputazione di privati e aziende agendo in modo silente su schede nelle quali sono presenti notizie non sempre gradite ai diretti interessati.
La novità è sostanziale perché di fatto autorizza ciò che fino a ieri era vietato. Così facendo, però, Wikipedia non perde di credibilità, anzi: la richiesta ai “broker” dell’editing è quello di lavorare in modo trasparente, pena il respingimento dalla community e il ripristino dei contenuti originali. Insomma: le maglie della tolleranza sono allargate, ma tutto ciò a beneficio della chiarezza, della trasparenza e della bontà del risultato finale. Introduce il tema il blog di Wikimedia:
Mezzo miliardo di persone utilizza Wikimedia ogni mese come fonte di conoscenza. Gli autori della comunità di Wikimedia lavorano incessantemente per mantenere la precisione, la trasparenza e l’oggettività degli articoli che richiedono l’identificazione dei conflitti di interessi e l’eliminazione di pregiudizi. Le modifiche dietro pagamento possono essere una fonte di tali pregiudizi, in modo particolare quando le modifiche sono di natura promozionale o nell’interesse di un cliente pagante. Wikimedia Foundation si impegna a continuare a sostenere gli sforzi della comunità di Wikipedia per mantenere gli articoli liberi da contenuto promozionale
Vista la delicatezza del tema, la Wikimedia Foundation ha pubblicato una lettera nella quale spiega la ratio della propria scelta, il tutto arricchito da una FAQ nella quale si dettagliano le modifiche che vengono apportate al regolamento e alla prassi. Il tutto viene poi riassunto in alcuni punti chiave:
- «Se esegui una modifica come volontario o per divertimento non cambia nulla. Continua ad apportare modifiche! Fai parte di una fantastica comunità di contributori volontari ad una risorsa senza precedenti di informazioni libere disponibili a tutto il mondo»;
- «Se sei dipendente di una galleria, biblioteca, archivio, museo (GLAM) o istituzioni simili che possono retribuire i dipendenti per apportare contributi in buona fede nella propria area di competenza e non riguardo all’istituzione, sei il benvenuto per apportare modifiche! Le FAQ forniscono un maggiore orientamento su quando dovresti fornire una divulgazione»;
- «Se sei pagato per apportare modifiche sarà necessario che divulghi le tue modifiche retribuite in osservanza dei nuovi Termini d’uso. Devi aggiungere la tua affiliazione al riepilogo di redazione, pagina utente o pagina di discussione al fine di divulgare correttamente la tua situazione»;
- «Se sei retribuito per apportare modifiche possono essere valide altre regole oltre ai Termini d’uso. Politiche specifiche su singoli progetti Wikimedia o relative leggi nel tuo Paese (come il divieto di pubblicità fraudolenta) possono richiedere ulteriore divulgazione o vietare assolutamente modifiche promozionali retribuite»;
- «I singoli progetti Wikimedia possono discutere e attuare politiche di divulgazione alternative adeguate alle loro particolari esigenze».
Molti gli interventi espliciti da parte della fondazione nei confronti dei volontari. In questa fase, infatti, il rischio è di aprire le porte ad una sorta di community impura che rischia di andare ad intaccare la bontà di principi di chi ha finora costruito l’enciclopedia. Laddove il mecenatismo ha affiancato il volontariato, infatti, il danno è stato repentino: troppe le frizioni tra i due approcci, troppi i motivi di attrito e troppe le occasioni di scontro. Per la Wikimedia Foundation la gestione di questo passaggio sarà pertanto estremamente delicata, poiché occorre difendere la community dei volontari non soltanto brandendo la spada della trasparenza, ma anche tutelando con fermezza il lavoro del “cuore” dei volontari.
320 mila parole di discussione e 6,3 milioni di visualizzazioni sono il corpus del dibattito avvenuto a inizio anno sul tema. La community si è infine espressa a favore della modifica dei Termini d’Uso: per arginare le modifiche “black hat” o le manovre nascoste di pulizia dei testi, l’unico modo è giocare a carte scoperte con chi fa della modifica di Wikipedia il proprio mestiere. Le FAQ esplicitano l’argomento. Per “retribuzione”, ad esempio, si intende «uno scambio di beni o servizi» e la cosa va esplicitata sia sulla propria pagina personale, sia sulle singole pagine su cui vengono effettuate modifiche. Solo la somma o la natura dello scambio possono non essere dichiarate: la committenza, invece, è d’obbligo poiché sta in questo aspetto il cuore del problema (chi ha imposto la modifica e perché).
L’esplicitazione della committenza all’origine della modifica non è tuttavia un lasciapassare universale per le modifiche stesse: qualora gli interventi non dovessero soddisfare i criteri di equità, neutralità e proporzionalità, la community avrà comunque diritto a revisionare le schede, rendendo peraltro le modifiche a pagamento ancor più evidenti. Chi dovesse comportarsi in modo irregolare rischierebbe la berlina sui media ottenendo risultato uguale e contrario a quello desiderato: la notorietà invece dell’oblio, il danno di immagine invece della pulizia del brand.
La nuova disposizione entra immediatamente in vigore ed è pertanto d’obbligo fin da subito l’attestazione dei pagamenti ricevuti per effettuare le modifiche. Senza esclusioni di sorta:
Se desideri evitare l’obbligo di divulgazione, devi astenerti dal ricevere un compenso per i tuoi contributi.
La Fondazione tiene comunque la porta aperta a nuove modifiche ai Termini d’Uso: le modifiche a pagamento saranno tenute in stretta osservazione e se il sistema non dovesse funzionare si tornerà presto a discutere di come l’enciclopedia possa continuare ad inseguire crescita e apertura ostacolando quanti tentano invece di approfittare della buona reputazione dell’enciclopedia online.