«Grazie al WiMax avremo più banda larga […] È una tappa fondamentale per garantire il diritto all’accesso alla rete come servizio universale. Questo Governo conferma così gli impegni a ridurre il divario digitale ancora presente in molte regioni italiane, ad incrementare la competizione nelle TLC ed a favorire l’innovazione tecnologica del nostro Paese. Ringrazio il Ministro della Difesa la cui fattiva collaborazione ha consentito di rendere disponibili per l’uso civile queste frequenze»
Sono queste le parole che il Ministro per le Comunicazioni Paolo Gentiloni ha affidato al comunicato stampa diramato dal proprio ministero per descrivere il bando che sblocca nei fatti lo status del WiMax in Italia. Il comunicato inizia con una descrizione sommaria della tecnologia in esame, tecnologia che nelle intenzioni dovrebbe contribuire a portare la banda larga in Italia anche e soprattutto nelle zone ove oggi regna un cronico digital divide: «l’utilizzo delle frequenze WiMax (Worldwide Interoperability for Microwave Access),che sfruttano la propagazione via radio della “banda larga”, permetterà di coprire aree geografiche più difficilmente raggiungibili o attualmente poco remunerative per gli operatori, contribuendo in modo decisivo alla riduzione del digital divide, tramite connessioni ad alta velocità alle reti di telecomunicazioni (fino a 74 Mbit/s), in un raggio di circa 50 chilometri dal singolo punto di propagazione (rispetto invece alle poche decine di metri della tecnologia WiFi). Il WiMax, inoltre, offrendo l’opportunità di un accesso veloce ad Internet, ai suoi contenuti e ai suoi servizi, con una soluzione tecnologica competitiva e vantaggiosa in termini di costo rispetto alle tradizionali soluzioni cablate come l’ADSL, promuoverà un assetto maggiormente competitivo del mercato italiano delle telecomunicazioni su rete fissa, imprimendo una decisa accelerazione al superamento del problema dell’accesso alla rete locale, il c.d “local loop” o “ultimo miglio” della rete telefonica che dalla centrale del gestore raggiunge la sede del cliente finale».
Il bando ha lo scopo di attribuire i diritti d’uso delle frequenze liberate dal Ministero della Difesa (3.5 GHz), il tutto con una serie di limiti:
- «i diritti d’uso delle frequenze di gara hanno una durata di 15 anni»
- i diritti d’uso «sono rinnovabili e non possono essere ceduti a terzi senza la preventiva autorizzazione del Ministero»
- «ad uno stesso soggetto può essere assegnato un solo diritto d’uso per macroregione»
- «il Blocco C è riservato prioritariamente a soggetti che non dispongano direttamente di diritti d’uso di risorse spettrali per l’offerta di servizi di comunicazione mobile di terza generazione (UMTS)»
Le macroregioni identificate sono 7, ognuna delle quali con parametri specifici previsti nel testo del bando:
- Lombardia, Province Autonome di Trento e Bolzano
- Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Toscana
- Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche
- Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise
- Campania, Puglia, Basilicata, Calabria
- Sicilia
- Sardegna
Particolarmente degno d’attenzione è un passaggio relativo alle garanzie che gli aggiudicatari del bando dovranno fornire: «ogni aggiudicatario deve garantire una significativa copertura territoriale ed un particolare impegno nelle aree a “digital divide”. La copertura territoriale è calcolata con un meccanismo a punti previsto dal disciplinare di gara e risultante dall’installazione di impianti nei Comuni dell’area interessata. I Comuni sono suddivisi in tre distinti elenchi. 30 dei 60 punti da raggiungere devono essere realizzati installando impianti nei Comuni a “digital divide totale”, raccolti in un apposito elenco allegato al Bando di Gara».
Paolo Landi, Presidente Adiconsum, impiega poco tempo ad inviare il proprio “niet” al ministero: «la soluzione adottata dal Governo per assegnare le frequenze utili allo sviluppo della banda larga mediante la tecnologia Wi-max è la peggiore auspicabile per gli interessi dei cittadini. Adiconsum esprime totale contrarietà alla procedura di assegnazione presentata oggi dal Ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni e chiede al Governo di attuare con i fatti e non solo a parole l’impegno per rendere la banda larga Servizio universale». Secondo Adiconsum gli assegnatari dei due terzi delle frequenze (ovvero coloro i quali già hanno profumatamente pagato le licenze UMTS) per molti mesi non faranno nulla per legittimo interesse, dopodichè si muoveranno con circospezione senza mai spingere veramente sulla tecnologia. «Adiconsum aveva più volte e in più occasioni espresso il proprio favore alla soluzione “Open Spectrum”, che apre lo spettro a tutti coloro che ne fanno richiesta legando la frequenza ad una specifica area geografica. Questa soluzione avrebbe permesso ad una pluralità di operatori di coprire con maggiore completezza tutto il territorio, con vantaggi per le aziende, grandi e piccole, ma soprattutto per i cittadini. Così non è, ancora una volta gli interessi di pochi hanno prevalso sulle esigenze dei molti. Consegnando i due terzi dello spettro ad aziende che già posseggono l’Umts si corre il serio rischio uccidere il Wi-max nella culla».