Dando uno sguardo al prospetto di assegnazione definitiva delle licenze WiMax, un dato emerge chiaramente: nessun operatore mobile risulta assegnatario di diritti d’uso.
Qualcuno potrebbe chiedersi quale sia il motivo di questo scarso interesse dei grandi operatori in questo business. In questo post farò alcune considerazioni che aiuteranno a dare una risposta a questa domanda.
Innanzitutto è opportuno fare un veloce paragone tra diverse tecnologie di accesso, fisse e mobili, per inquadrarne caratteristiche e finalità.
Punto primo: ADSL.
L’ADSL classica, via cavo, è sicuramente la tecnologia di accesso più performante in termini di banda: con le sue versioni più sofisticate (penso all’ADSL2+) è capace di offrire fino a 24 Mbps in downlink per singolo utente. Nessun concorrente wireless è (e mai sarà, probabilmente) capace di tanto.
Per poter garantire buone “performance”, però, l’ADSL richiede che la centrale locale sia collegata alla rete “core” per mezzo della fibra ottica; nelle zone dove questo non avviene, l’ADSL arriverà progressivamente, man mano che il numero di utenti da cablare sarà sufficiente a giustificare i costi per la posa della fibra stessa.
Punto secondo: WiMax.
Il WiMax, che può essere considerato un ADSL wireless, è meno performante dell’ADSL classica, ma permette di offrire a utenti “non cablati” un accesso a larga banda in tempi e a costi minori rispetto all’ADSL: installare un ripetitore costa molto meno ed è più veloce che scavare decine di km di condotti per alloggiare la fibra ottica.