Per chi non è propriamente della cosiddetta “Generazione Y”, il solo nome profuma di storia, di passato, di nostalgia: “Winamp“. Winamp è stato infatti parte della storia del computing e della rivoluzione MP3, quando i primi passi di questa evoluzione furono compiuti sui desktop PC, sul monopolio Windows e tra i software onnipresenti nelle distribuzioni OEM o nei CD acquistati in edicola.
Winamp è stato uno dei principali Media Player presenti sul mercato, nel quale riversare grandi quantitativi di file musicali per avviarne la riproduzione da ascoltarsi tramite le casse del PC (ove spesso il termine “musica” significava “Winamp” lato software e “Soundblaster” lato hardware). Tra le caratteristiche che in molti ricorderanno di Winamp, v’erano anche gli sfondi dinamici fatti di effetti speciali psichedelici e colorati, compagni fedeli del desktop quando si preferiva celare la playlist dal display.
La storia di Winamp è durata 20 anni. Nel 1999 AOL rilevò il software dalla Nullsoft per distribuirlo sotto proprio nome, ma i tempi cambiarono presto all’inizio del nuovo millennio verso nuove forme di distribuzione. L’avvento di iTunes, lo spostamento sul cloud della musica, la moltiplicazione dei player e la nascita dei servizi di streaming hanno stretto il cappio attorno al grande successo di allora, lasciando a Winamp nessuno scampo. Winamp chiuderà i battenti il prossimo 20 dicembre. L’ultima versione che verrà lasciata agli annali sarà la 5.66, nella quale è già previsto il supporto a Windows 8 e la sincronizzazione con Android. La versione Pro da 20 dollari muore di fatto immediatamente, poiché la sospensione del supporto ne rende inutile l’acquisto.
Qualche ipotesi di cessione, qualche interesse per una nuova vita fuori da AOL, ma di fatto solo voci che lasciano poche speranze sul piatto: ad oggi la fine di Winamp è segnata, a meno di eventuali sorprese dell’ultim’ora o successive alla chiusura definitiva del servizio.
Se ne va un altro pezzo di software che ha fatto la storia: dopo i Walkman, e prima di iTunes, negli anni in cui ci si iniziava a chiedere come fosse possibile smaterializzare il CD, era questo uno dei canali prediletti dagli adolescenti a cavallo tra i due millenni per ascoltare la propria musica in digitale.