Ofcom, l’autorità britannica che regolamenta le telecomunicazioni, ha chiesto ufficialmente all’Autority della Concorrenza dell’Unione Europea di bloccare l’operazione di fusione tra gli operatori inglesi O2 e Three. Il Financial Times, che ha riportato l’indiscrezione, evidenzia come la preoccupazione per l’autorità britannica sia un impatto negativo sul mercato interno della telefonia mobile. Il nuovo soggetto che nascerebbe dalla fusione di questi due operatori arriverebbe a possedere circa il 40% della rete inglese e si troverebbe in una posizione quasi monopolistica.
L’autorità inglese, dunque, teme che il nuovo soggetto possa alterare i già fragili equilibri del mercato interno inglese. Proprio per questo chiede all’Europa lo stop alla fusione. Trattasi di una posizione che potrebbe mandare in fumo un piano del valore di ben 14 miliardi di euro. Se l’Autority della Concorrenza dell’Unione Europea dovesse avvallare questa richiesta bloccando la fusione sul nascere, si configurerebbe un potenzialmente precedente pericoloso per l’altrettanta delicata fusione che stanno portando avanti in Italia Wind e 3 Italia. La situazione italiana è, comunque, diversa. Wind e 3 Italia sono, rispettivamente, il terzo ed il quarto operatore italiano e la loro fusione porterebbe alla nascita di un operatore in grado di possedere circa il 30% delle reti italiane. Dunque, si prefigurerebbe un certo equilibrio con Vodafone e TIM che permetterebbe di continuare a competere alla pari.
Tuttavia, sulla fusione di Wind e 3 Italia si dovrà esprimere proprio l’Antitrust europeo e questo eventuale precedente potrebbe, comunque, mettere in ansia le due aziende di telefonia che in Italia stanno lavorando alla loro unificazione.
Il futuro del mercato della telefonia mobile è, dunque, nelle mani delle Autority europee che nei prossimi mesi dovranno esprimersi su queste importanti operazioni che potrebbero variare l’assetto dei mercati in molti paesi.