Fa ancora discutere la presenza di Enel, l’ex monopolista dell’energia elettrica, nel campo delle telecomunicazioni. Il commissario europeo alla Concorrenza, Mario Monti, ha inviato al Governo italiano una lettera per conoscere in dettaglio quali sono i rapporti societari tra Enel e Wind. Lo scopo della lettera, il cui contenuto è stato anticipato dall’agenzia Ansa, è capire se l’operatore di telecomunicazioni abbia giovato di aiuti di Stato non consentiti dall’Unione Europea.
Un portavoce della Commissione ha precisato che la lettera non costituisce l’«apertura di una procedura per aiuti di Stato, ma solo una normale richiesta di informazioni». Ciò nonostante, la lettera di Monti ha rinnovato il vigore delle proteste da parte di chi vede in Wind non tanto il principale concorrente di Telecom, quanto piuttosto un degno compare dell’ex monopolista nella spartizione del mercato telefonico. Riferendosi in particolare alle offerte Wind per il collegamento ad Internet, l’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider) le ha difinite «illecite e distorsive, spesso al di sotto dei costi effettivamente sostenuti e tali da pregiudicare la concorrenza».
La protesta dell’AIIP pare riferirsi in particolare ai 10 mila chilometri di fibre ottiche che Enel ha permesso a Wind di sfruttare per 15 anni ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Nella lettera di Monti, citata dall’Ansa, si fa esplicito riferimento al sospetto che Wind offra «i propri servizi a tariffe più vantaggiose di quelle offerte sul mercato» grazie alla benevolenza di Enel, benevolenza che si deve accertare se sia resa possibile, anche indirettamente, dall’utilizzo di «risorse pubbliche». Dall’anno della sua costituzione, il 1998, alla fine del 2002, Wind ha ricevuto da Enel 2,17 miliardi di euro sotto forma di aumenti di capitale. Sotto osservazione c’è anche una ricapitalizzazione grazie alla quale Enel acquistò Infostrada per poi passarla a Wind.
Proprio ai tempi della fusione Wind-Tre la Commissione Europea si era già interessata alla presenza di Enel nel mercato delle TLC. In quella circostanza, era l’ottobre del 2000, Monti non ravvisò nell’integrazione tra Wind e Infostrada «alcun problema sotto il profilo della concorrenza» e delegò all’autorità competente italiana ogni ulteriore decisione.
In questo nuovo interessamento della Commissione per la vicenda Enel-Wind ci sarebbe lo zampino di TIM, la divisione mobile di Telecom Italia. È proprio l’ex monopolista di telefonia a ricordare di aver presentato già nel febbraio del 2001 una nota nella quale chiedeva all’esecutivo comunitario di indagare su Enel. Da allora, secondo voci vicine alla vicenda, sulla scrivania di Monti sarebbero finite altre due denunce da parte di due diversi operatori TLC. Il Governo italiano ha tempo 20 giorni lavorativi per fornire alla Commissione tutti i chiarimenti richiesti.