Intel si appresta a festeggiare i 40 anni dal lancio del primo microprocessore x86 avvenuto l’8 giugno 1978. Per ricordare l’importante avvenimento, il chipmaker di Santa Clara ha pubblicato un articolo sul sito ufficiale, in cui vengono elencati le principale innovazioni che hanno permesso di migliorare la ISA (Instruction Set Architecture) e di ottenere un enorme successo commerciale. La parte finale del post è tuttavia un chiaro avvertimento per Qualcomm e Microsoft che, all’inizio di dicembre 2016, hanno annunciato un accordo per portare Windows 10 sui PC con processore Snapdragon 835, emulando le istruzioni x86.
La ISA x86 è stata aggiornata nel corso degli anni per offrire agli utenti una migliore esperienza d’uso durante l’esecuzione di applicazioni multimediali, visualizzazione 3D ed elaborazione audio/video, oltre una maggiore sicurezza mediante istruzioni per la protezione della memoria e la crittografia. Tra le numerose innovazioni si possono citare le estensioni MMX, SSE e AVX, annunciate insieme ai nuovi processori. Intel ha investito enormi risorse, creando un portafoglio di oltre 1.600 brevetti in tutto il mondo.
Negli ultimi 30 anni, Intel ha chiesto e ottenuto il rispetto delle sue proprietà intellettuali da parte di molte aziende, tra cui AMD, UMC, Cyrix Corporation e VIA Technology. In altri casi, invece, non è stata necessaria nessuna denuncia. Tuttavia, il chipmaker di Santa Clara, ha notato che «alcune aziende potrebbero tentare di emulare la ISA x86 senza l’autorizzazione di Intel». Nel post non viene specificato nessun nome, ma è chiaro il riferimento a Qualcomm e Microsoft. Il funzionamento di Windows 10 e delle applicazioni x86 sui PC con processore Snapdragon 835 verrebbe infatti ottenuto proprio tramite emulazione delle istruzioni x86.
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Questa tecnica, nota come code morphing, era già stata sfruttata da Transmeta. Intel ha portato il chipmaker in tribunale e, forse anche in seguito alla sconfitta, Transmeta è uscita dal mercato dei processori circa 10 anni fa. Intel non accetterà nessuna violazione dei suoi brevetti. Se Qualcomm e Microsoft non pagheranno le dovute royalties si assisterà ad un’altra storica battaglia legale.