Il periodo di test per Windows 7 sembra non volersi concludere; tutti i produttori, da quelli hardware a quelli software, sono costantemente al lavoro per testare la compatibilità e la funzionalità dei loro prodotti sul nuovo sistema.
Il sito TweakTown ha messo a confronto le versioni a 64 bit del vecchio e nuovo sistema operativo inerente alla loro capacità di utilizzare i dischi a stato solido (SSD). A tal fine sono stati utilizzati il Benchmark HD Tune Pro e due SSD della Patriot Warp2 da 128 GB con interfaccia SATA.
I risultati sono stati alquanto sorprendenti: Windows 7 riesce a gestire i dischi SSD in maniera più efficiente di quanto non faccia Vista SP1.
A differenza dell’ormai vecchio sistema operativo, Windows 7 riesce a distinguere un disco magnetico da un disco a stato solido, consentendogli quindi di abilitare determinati servizi e disabilitarne degli altri.
Questa differenziazione è fondamentale ai fini dei risultati del test. Infatti, Windows 7 riesce ad esempio a disattivare la funzionalità di deframmentazione, inutile nei dischi di tipo flash e di implementare invece algoritmi di wear leveling, i quali hanno lo scopo di distribuire quanto più possibile le scritture per massimizzare la durata delle celle di memoria.
Tale funzionalità del nuovo sistema operativo di casa Microsoft consentirà al colosso di Redmond di prendere terreno sul mercato dei MID e dei notebook, contrastando in maniera più ferma e decisa i soliti concorrenti come Mac e Linux.