Non basta ancora: distribuire Windows 7 senza Internet Explorer 8 è un passo avanti, ma non è sufficiente. Così la Commissione Europea ha preso in contropiede Microsoft e, nel giro di poche ore dall’annuncio relativo alla decisione intrapresa a Redmond ed ufficializzata tramite una nota a CNet, la proposta di Redmond è stata bocciata in quanto non sufficiente a garantire una perfetta linearità del mercato.
La Commissione Europea gioca duro con Microsoft: le multe del passato e le minacce recenti (da poche ore sarebbero iniziate le audizioni delle aziende schieratesi contro IE nel caso antitrust avente il browser nel mirino) hanno messo l’organismo europeo in posizione di controllo, con la software house americana costretta sulla difensiva. L’annuncio ufficiale diramato è chiaro nei suoi obiettivi: «La Commissione Europea apprende con interesse dell’annuncio Microsoft relativo ai piani per Windows 7, ed in particolare l’apparente separazione di Internet Explorer da Windows sul mercato europeo. La Commissione deciderà entro breve sul pendente caso antitrust relativo ai browser per valutare se la condotta Microsoft dal 1996 ad oggi sia stata abusiva o meno e, di conseguenza, quale rimedio possa essere necessario per creare una genuina scelta dei consumatori».
Ma il documento rincara anche la dose, mettendo fondamentali puntini sulle “i”: la Commissione, infatti, spiega di non aver mai chiesto a Microsoft di distribuire una versione di Windows priva di browser (la cosiddetta “Windows 7 E”), ma di aver invece suggerito una versione che offrisse la più vasta possibilità di scelta. Microsoft, insomma, deve fornire agli utenti una versione multi-browser invece di una priva del tutto di software per la navigazione. Il braccio di ferro, è evidente, si è pertanto spostato su di un altro piano: non il “se”, ma il “come”. Secondo la Commissione l’opzione migliore sarebbe quella di una schermata che permetta all’utente di scaricare il proprio browser preferito all’interno di una vasta scelta, mentre Microsoft ha progettato un sistema che lasci ai produttori la libera scelta del software OEM da includere sui pc in vendita.
Con tutta evidenza l’organismo europeo vuole pertanto garantirsi che Microsoft non possa far pressioni sui rivenditori affinché Internet Explorer rimanga ancora una volta la scelta predefinita (sia pur se con la responsabilità della scelta lasciata ai distributori). Un sistema operativo privo di browser, infatti, potrebbe essere una piattaforma vulnerabile alle pressioni del mercato, mentre una schermata generosa di risorse metterebbe la scelta direttamente nelle mani dell’utente.
Il documento spiega inoltre che, in ogni caso, la condotta attuale non potrà sanare eventuali inadempienze del passato, anzi: la Commissione nota come Microsoft abbia sempre negato la possibilità di separare Internet Explorer da Windows, mentre ora si prodiga in questa azione negata fino a pochi giorni or sono. I discorsi sono pertanto due e paralleli: da una parte v’è il presente, con Windows 7 in arrivo e con Microsoft che si prodiga in proposte difensive per ottenere l’approvazione incondizionata dell’UE; dall’altra v’é il passato, le accuse di Opera, Google e Mozilla, la storia di un browser dominante ed oltre un decennio di accuse sterili. In entrambi i casi si giungerà presto ad una decisione, ed è probabile che il parallelismo delle due questioni implichi una reciproca ed intrinseca contaminazione di giudizio.