“Hasta la Vista, Vista”. Chi ricorda questa frecciata? Proveniva da Apple, accompagnava l’esordio di Mac OS X Leopard ed era indirizzata a Windows Vista, un sistema operativo che Cupertino vedeva superato ed incapace di reggere la competizione. Fu l’inizio di una debacle: Windows Vista rimase schiacciato in parte dal proprio peso, in parte dalla crisi economica, in parte dall’immagine negativa venutasi a creare attorno ad un progetto che non sembrava dare le risposte che il mercato cercava. A poche ore dall’esordio di Windows 8, invece, traspare una sensazione diversa e, sebbene ancora intriso di interrogativi, il nuovo sistema operativo è stato comunque accolto con tutt’altra benevolenza. Microsoft, insomma, si è guadagnata una opportunità. Una preziosissima opportunità.
Di giudizi netti ancora non ve ne sono, ma le recensioni che giungono da Anaheim lasciano trasparire tutta la curiosità per un sistema operativo che per la prima volta, anzitutto, nasce senza il peccato originale della copia: Windows 8 è del tutto diverso, nuovo, inconfondibile. Se Apple ha indovinato la via, Microsoft l’ha percorsa senza esitazioni nel momento in cui ha preso coscienza dell’ineluttabile: il mobile, i tablet e l’essenza consumer sono il futuro del mercato e Windows intende dimostrare di essere in grado di mettere da parte la tradizione pur di trarre ispirazione dal nuovo che avanza.
Tra i commenti più entusiastici figura quello di BGR, secondo cui Microsoft ha semplicemente dato seguito a quel che Apple ha intuito. L’iPad, insomma, non sarebbe la fine di un percorso, ma soltanto l’inizio. Dopo i PC son venuti i tablet, ma la prossima fase è quella dell’ubiquità: il sistema operativo deve sapersi adeguare a qualunque realtà e Windows 8 nasce con questa missione scritta nel proprio DNA. John Gruber su Daring Fireball punta sull’originalità come elemento di prestigio, come il primo grande passo che andava compiuto ed è stato compiuto. ArsTechnica premia la possibilità di operare tanto con Metro che su un desktop tradizionale, tanto su tablet quanto su un normale PC: trovati i giusti compromessi, è questa una convivenza destinata a diventare il valore aggiunto del progetto Windows 8.
Tutti, quasi indistintamente, premiano dunque le enormi potenzialità messe in ballo da Microsoft nella BUILD Conference di Anaheim. Tutti, quasi indistintamente, finiscono la propria analisi con un “ma”. Ad oggi, infatti, Windows 8 è un sistema operativo ancora non completo, del quale non si conosce la stabilità e sul quale c’è ancor molto da lavorare. Il tablet usato durante la dimostrazione, inoltre, è un Samsung che non avrà spazi sul mercato, basato su cuore Intel e poco probante della quantità di risorse che Windows 8 assorbe su questo tipo di device. Prima che Windows 8 giunga sul mercato, insomma, passeranno ancora molti mesi ed i giudizi odierni debbono fermarsi alle potenzialità in attesa di avere numeri ed esperienze reali da porre in giudicato.
Il risveglio Microsoft è comunque stato positivo: dopo il torpore generato da Windows Vista ed il colpo di reni di Windows 7 (450 milioni le licenze vendute), Windows 8 rappresenta una sterzata decisa ed un motto di orgoglio (l’assenza stessa di Steve Ballmer dal palcoscenico sembra essere parte della nuova scenografia). Con Windows 8 Microsoft sembra voler dimostrare di essere ancora della partita, sembra voler urlare il proprio desiderio di tornare protagonista. Vista la bontà del primo passo, però, ora l’utenza aspetta il secondo.
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