L’idea che il vecchio PC, come è attualmente conosciuto, sia destinata a cambiare sta prendendo sempre più piede. I sistemi Windows sono diventati difficili da gestire, soprattutto a causa della sicurezza, mentre le vendite sono in declino. È per questo che oggi ci si aspetta un nuovo Windows.
Windows 7 ha risolto i difetti di Windows Vista, chiamato a sostituire, senza successo, Windows XP. Ecco, allora, che toccherebbe a Windows 8 cambiare il futuro dei sistemi operativi in casa Microsoft. L’ultima build del prossimo sistema operativo, infatti, contiene Hyper-V 3.0, il sistema di virtualizzazione che gira direttamente sull’hardware invece di essere ospitato sul sistema.
Attualmente la tecnologia Hyper-V è disponibile solo su Windows Server, ma con il suo arrivo sul versante desktop molte cose potrebbero cambiare. Infatti questa scelta rappresenta la soluzione migliore per ottenere la virtualizzazione desktop, oggi presente con il modello VDI (Virtual Desktop Infrastructure), che richiede hardware molto potenti, banda a sufficienza ed una connessione costante tra server e client, il che esclude la mobilità.
In uno scenario basato su Hyper-V, non solo un utente può gestire meglio un desktop virtuale direttamente dal lato client, ma questo darebbe la possibilità di disporre di hardware non necessariamente potente: i computer possono avere più macchine virtuali senza penalità sulle prestazioni e risolvere allo stesso tempo i problemi di sicurezza.
Si tratterebbe, insomma, di un grande vantaggio per l’utente finale: firewall, antivirus e sistemi di crittografia verrebbero eseguiti tutti in ambito hypervisor. Per Microsoft sarebbe una occasione da sfruttare con Windows 8 per conquistare un settore importante del mercato.