Per incentivare il passaggio da Windows XP a Windows 7 Microsoft ha sviluppato una specifica versione di Virtual PC che permette di attivare Windows XP Mode, una soluzione di virtualizzazione grazie alla quale è possibile eseguire applicazioni legacy all’interno del nuovo sistema operativo. Gli utenti che hanno effettuato l’upgrade a Windows 8 Pro, sfruttando l’attuale offerta, avranno sicuramente notato che XP Mode non funziona più. L’azienda di Redmond ha pubblicato un articolo sul sito dedicato al supporto tecnico che spiega come recuperare i dati dalla macchina virtuale.
Windows XP Mode e Virtual PC consentivano l’installazione delle applicazioni nel sistema operativo guest (Windows XP SP3) e la loro esecuzione direttamente dal sistema operativo host (Windows 7). In pratica, i software potevano essere avviati dal menu Start di Windows 7 e dalla sua barra delle applicazioni. La funzionalità non richiedeva il supporto per le tecnologie di virtualizzazione hardware (Intel-VT o AMD-V).
Windows 8 Pro integra una nuova soluzione di virtualizzazione denominata Hyper-V, in precedenza disponibile solo su Windows Server. Essendo una tecnologia completamente differente rispetto a quella integrata in Windows 7, quando l’utente effettua l’aggiornamento all’ultimo sistema operativo Microsoft, Virtual PC viene eliminato. È comunque possibile recuperare il disco virtuale di XP Mode (file VHD) per copiarlo su un altro PC Windows 7, seguendo le istruzioni fornite da Microsoft. Teoricamente l’utente potrebbe utilizzare la macchina virtuale con Oracle VirtualBox o VMware Workstation, ma così facendo violerebbe la licenza, in quanto l’uso di XP Mode è consentito solo con Windows 7.
Anche Hyper-V supporta il Windows XP Mode, ma ci sono diverse limitazioni. Oltre ad essere più complesso di Virtual PC (la procedura di configurazione è totalmente manuale), Hyper-V non permette l’esecuzione delle applicazioni virtualizzate da Windows 8. Inoltre, Hyper-V è compatibile solo con le versioni Pro e Enterprise a 64 bit, e richiede il supporto per la tecnologia SLAT (Second Level Address Translation). Si tratta dunque di una soluzione dedicata agli sviluppatori piuttosto che agli utenti normali.