Quel che già era stato dato per inteso trova ora conferme nelle informazioni apprese da Reuters: la Commissione Europea avrebbe già iniziato le proprie indagini attorno a Windows RT in risposta ad una varietà di segnalazioni giunte da più parti e relative all’atteggiamento ostruzionistico della Microsoft nei confronti dei produttori di browser concorrenti ad Internet Explorer. Si tratta pertanto del secondo faldone Microsoft aperto presso l’antitrust europea, con il responsabile Joaquin Almunia già al lavoro anche sul delicato affair Choice Screen.
L’accusa punta il dito contro le limitazioni che Microsoft ha imposto nell’uso dei browser su Windows RT, la versione del nuovo sistema operativo (all’esordio il 26 ottobre prossimo) dedicata ai terminali ARM. Microsoft non solo avrebbe imposto una sola installazione standard, limitando pertanto di fatto il sistema ad un solo browser, ma avrebbe inoltre concesso agli sviluppatori di terze parti API limitate e tali da non consentire lo sviluppo di una alternativa valida e concorrenziale ad IE10. Tali indizi confluirebbero in un teorema secondo cui Microsoft starebbe facendo ostruzioni alla concorrenza per favorire il proprio browser. Ignoti al momento i nomi dei gruppi oppositori, tra i quali vanno però annoverati senza ombra di dubbio Mozilla (dichiaratamente in opposizione alla policy imposta da Redmond) e probabilmente anche Google.
Da più parti viene però sollevato un dubbio che con ogni probabilità sarà il medesimo che la stessa Commissione Europea avrà il dovere di porsi: Microsoft agisce realmente in una condizione di controllo sul mercato? Windows RT, infatti, è il sistema che approderà anzitutto sui tablet, mercato nel quale Microsoft è oggi inesistente. Mercato, inoltre, nel quale il dominio è nelle mani della Apple grazie all’iPad, tavoletta sulla quale la gestione delle API è del tutto similare a quella contestata a Microsoft e tale da favorire Safari rispetto ai prodotti alternativi.
Windows 8 va giudicato come una estensione dell’impero Windows, insomma, oppure l’era del post-PC impone anche di riconsiderare le basi di partenza della Microsoft, che ad oggi nel mobile parte da posizione assolutamente minoritaria?
La parola passa a Joaquin Almunia ed alla Commissione Europea, già in passato più volte arbitri delle sorti Microsoft in relazione alle policy Windows ed allo sfruttamento del vecchio impero in ostruzione all’emergere di soluzioni rivali.
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