Difficile, se non impossibile, fare paragoni. Tuttavia l’accostamento è obbligato e l’esito destinato a venire a galla: Windows 7 partì meglio rispetto a quanto sta ottenendo durante le prime settimane sul mercato Windows 8. Le cause sono molteplici e, prima di affrettarsi nelle conclusioni, occorre capire la natura di una valutazione di questo tipo.
A parlare di risultati “disappointed” è Paul Thurrott, voce da sempre vicina al mondo Microsoft, il quale spiega come abbia appreso di una certa lentezza da parte dei partner OEM nel portare sul mercato i nuovi prodotti basati sul sistema operativo Windows 8. Qui si consuma la principale differenza tra Windows 7 e Windows 8: mentre Windows 7 ha trovato il tappetino rosso lasciato dai problemi del predecessore Windows Vista, Windows 8 si trova oggi a fare i conti con i successi del predecessore Windows 7. Occorrerà quindi anzitutto svuotare gli scaffali con i prodotti basati sul vecchio sistema prima di far largo a nuove unità e nuovi ibridi basati sul nuovo concetto.
Tale rallentamento iniziale non potrà che proiettare per Microsoft numeri meno rosei del previsto, però, ed il gruppo potrà però recuperare quando verso la metà del 2013 la situazione potrebbe maturare a favore del nuovo sistema di Redmond. Al momento Microsoft non ha ancora fornito alcun dato circa il ritmo di vendita di Windows 8. La sensazione è quella per cui la parabola di crescita del sistema sia destinata ad affrontare non poche difficoltà iniziali (probabilmente previste, e la cui parziale soluzione potrebbe essere stata la scelta Surface), ma che in prospettiva ci siano i margini per un recupero sollecito della situazione.
A rendere ancor più complessa la situazione è somma di peculiarità di Windows 8: una rottura con il passato, una nuova interfaccia, la confusione possibile con la versione RT, l’impatto dei nuovi ibridi, le possibili resistenze di fronte all’idea di un computing basato su touchscreen. Gli ingredienti sono molti e pericolosi, e finché il mix sarà instabile potrebbe dare problemi al passaggio del messaggio che Microsoft si sforza di proporre al mercato. Anche per questo, insomma, serve tempo. E magari ulteriori iniezioni di hardware da parte del gruppo.
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