La scorsa settimana un imprenditore statunitense è stato condannato a 15 mesi di prigione per aver cercato di vendere 28.000 CD di ripristino per Windows. Lo scopo di Eric Lundgren era quello di offrire agli utenti la possibilità di riutilizzare un vecchio computer che altrimenti sarebbe diventato spazzatura elettronica. Microsoft ritiene invece che l’intenzione era vendere software piratato.
Con un lungo post pubblicato sul blog ufficiale, Microsoft ha voluto chiarire il suo ruolo nella vicenda. L’azienda di Redmond sottolinea che le indagini sull’operato di Lundgren non sono state avviate in seguito ad una sua denuncia, ma dal governo degli Stati Uniti, quando la dogana ha intercettato i 28.000 dischi di ripristino che l’imprenditore aveva fatto produrre in Cina. Microsoft ha partecipato alla causa in veste di testimone esperto, contribuendo quindi alla condanna di Lundgren. Il giudice ha infatti ritenuto che sui CD di ripristino c’era una copia pirata di Windows, per i quali l’imprenditore voleva ottenere un profitto.
Secondo il giudice, Lundgren avrebbe tentato di vendere una versione del sistema operativo dotato di licenza e product key. In realtà ciò non è vero perché sui CD c’era solo l’immagine ISO che può essere scaricata gratuitamente dal sito Microsoft e che può essere installata solo se l’utente è già in possesso della relativa licenza. L’unica colpa dell’imprenditore, per la quale si è dichiarato colpevole, è aver falsificato l’etichetta del disco di ripristino che veniva offerto da Dell (come quella visibile nell’immagine).
Tale reato prevede una multa e il sequestro del prodotto, non 15 anni di prigione. Microsoft sostiene inoltre che Lundgren era stato avvertito e che gli era stata data l’opportunità di fermarsi prima di essere processato. L’imprenditore ha invece dichiarato di aver ricevuto notizia sull’indagine quando gli ufficiali della dogana sono entrati nella sua abitazione. Microsoft sottolinea che la licenza per installare Windows su un PC ricondizionato costa 25 dollari e che Lundgren voleva vendere il software come se fosse una copia di Windows con licenza. In realtà sui CD di ripristino non c’era nessuna licenza, quindi Microsoft non ha ricevuto nessun danno economico.