Windows 8 sta per arrivare ed un nuovo tassello ha visto la luce: il Windows Store. Si attendeva con trepidazione l’annuncio Microsoft poiché dietro il marketplace si cela gran parte del valore che il prossimo Windows 8 porterà sul mercato. Lo si può vedere come un inseguimento ad Apple, come un salto verso il futuro o come il semplice adeguamento ai tempi che corrono: quel che conta è il fatto che se Microsoft asseconda un nuovo modo di pensare al mondo del software, allora significa che il cambiamento sta per arrivare alle masse sulla base del traino che Windows avrà tanto sui desktop quanto sui tablet.
Nella propria presentazione, il responsabile Antoine Leblond ha enunciato quattro principi basilari su cui è stato costruito il nuovo marketplace: un progetto orientato alla possibilità di scoprire nuove opportunità; un progetto basato su di un modello di business flessibile; un progetto radicato sulla trasparenza; un progetto che tende la mano al mondo degli sviluppatori anche in termini economici. Ed è partendo da queste direttrici che Leblond ha illustrato la grande novità del mondo Windows.
Progettato per la scoperta
Consentire agli utenti di scoprire nuove app significa consentire agli sviluppatori di vendere più app. Ottimizzare l’incontro tra domanda ed offerta significa pertanto migliorare l’esperienza sul sistema operativo e, al tempo stesso, massimizzare le opportunità che chi sulle applicazioni costruisce il proprio business.
Il marketplace porterà le applicazioni più in voga del momento direttamente in homepage, per favorirne la scoperta e per iniziare a proporre una prima selezione oltre alle categorizzazioni che pilotano l’utente all’interno del database. Non solo: Microsoft ha voluto fare in modo che il passaggio da motore di ricerca (strumento preferito dagli utenti per dar risposta ai propri desideri) sia quanto più soddisfacente possibile: ogni app avrà pertanto una pagina ed ogni pagina sarà indicizzata, così che chiunque possa incrociare quanto cercato direttamente da query. Gli utenti Windows 8 saranno quindi reindirizzati direttamente all’acquisto dell’app, mentre per gli altri verrà segnalata semplicemente la disponibilità sul Windows Store.
I developer potranno inoltre promuovere le proprie app sui propri siti web e, tramite apposito codice, potranno consentire la comparsa di un apposito pulsante di download sull’interfaccia degli utenti utilizzanti Internet Explorer 10.
Non manca inoltre un occhio di riguardo al mondo enterprise, sul quale Microsoft fa pesantemente affidamento anche per quanto concernente la prossima versione del sistema operativo: gli amministratori avranno accesso a specifici parametri per la limitazione delle opzioni, così che anche questo aspetto possa essere controllabile a livello centrale per chi andrà a costruire su Windows 8 la propria infrastruttura informatica aziendale.
Un modello di business flessibile
Un punto di forte differenziazione del Windows Store rispetto alla concorrenza è nella libertà concessa agli sviluppatori nella scelta del proprio sistema di pagamento preferito. Ovviamente Microsoft propone una soluzione proprietaria per “trial” e per acquisti “in-app”, vedendo in questi due aspetti gli elementi migliori per catturare l’utente, ma al tempo stesso viene lasciata allo sviluppatore massima libertà. eBay, ad esempio, potrà gestire la propria attività su Windows Store affidando i pagamenti a PayPal, in piena continuità con quanto già realizzato sul proprio sito Web e rispondendo così appieno a quelle che sono le abitudini espresse dall’utenza. E la flessibilità è confermata anche a livello di advertising: «su Windows Store gli sviluppatori possono scegliere di usare qualsiasi piattaforma pubblicitaria preferiscano, sia di Microsoft che di qualsiasi altro». Apertura totale, insomma, nel pieno rispetto della libertà di scelta dello sviluppatore.
Le applicazioni potranno essere vendute ad un prezzo compreso tra 1.49 dollari e 999.99 dollari, il che rende estremamente ampie le possibilità, ma al tempo stesso alza il valore minimo che si può proporre all’utenza. Trattasi di una scelta precisa, improntata probabilmente ad avere un minor numero di app di basso livello, per le quali il modello di business viene confinato all’advertising. La soglia psicologica del dollaro di costo può infatti essere estremamente influente: Microsoft ha scelto la qualità.
Trasparenza come valore
In una puntualizzazione che ha il gusto dell’attacco indiretto ad Apple, Microsoft intende costruire il proprio marketplace ed il proprio rapporto con i developer improntando il tutto sulla chiarezza e sulla trasparenza. Regole chiare, quindi, e massima limpidità nel segnalare le app respinte, i motivi eventuali e gli eventuali rimedi da apportare. Microsoft spiega inoltre che le policy saranno «documenti vivi», che cambieranno nel tempo e per cui si darà conto agli sviluppatori coinvolti.
L’economia del Windows Store
La registrazione degli sviluppatori costerà 50 dollari. L’adesione al marketplace significa l’accettazione di una forma di revenue sharing basata nella maggior parte dei casi sulla canonica divisione 30/70 dei profitti generati, ma con una opportunità aggiuntiva: le applicazioni che saranno in grado di superare i 25 mila dollari di entrata potranno consentire al developer di aumentare la propria quota di un ulteriore 10%, passando così ad un modello 20/80 sugli introiti successivi.
Così facendo Microsoft tende la mano a chi sarà in grado di proporre applicazioni di grande richiamo, regalando un 10% ulteriore per gratificare chi, con il proprio successo, contribuisce altresì al successo dell’intera piattaforma.
La beta release di Windows 8 è stata annunciata nel contempo per il mese di febbraio. Nel terzo trimestre del 2012 Windows 8 sarà distribuito in versione ufficiale. Gli sviluppatori hanno di fronte tutto quanto necessario per valutare se e quanto il Windows Store possa essere una opportunità. Microsoft, da parte sua, ha steso un ampio tappetino rosso per dare il benvenuto a chi, in questi mesi, vorrà accordare la fiducia al team di Redmond e spostare su Windows le proprie idee, i propri codici e le proprie app.
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