Sono molti i problemi che affliggono Windows Vista e che si spera verranno risolti (almeno parzialmente) con la release del primo Service Pack, ma i malfunzionamenti che sono stati registrati nel settore della gestione dell’audio sono stati tali da costringere la stessa Microsoft a fare ammenda.
È stato Steve Ball, senior program manager per la gestione del suono in Windows Vista, che dal suo blog ha messo le carte in tavola e spiegato quali siano i problemi. Il tutto si racchiude nei cosiddetti glitches, ovvero le imperfezioni che intervengono sia in fase di registrazione che in quella di playback: possono essere dei piccoli suoni non desiderati o anche delle omissioni di suono, cioè dei silenzi dove dovrebbe esserci musica. Una cosa molto fastidiosa per l’utente medio e impensabile per il professionista. E la spiegazione di Ball è ancora più incredibile: «Questo accade perchè Windows ha molte cose da fare». Impietosa e corretta l’obiezione che pone uno dei commentatori del blog: «Il mio cellulare riproduce mp3, mentre navigo, parlo e scrivo messaggi senza alcun problema».
Dov’è il problema? A quanto pare ci sono state delle incomprensioni durante i vari stadi di programmazione del sistema operativo e della parte che gestisce i driver che hanno fatto sì che il miglioramento ad un sistema funzionante, quello alla base di XP, sia in realtà peggiore. A rivelarlo sono quelli di Cakewalk (compagnia di music software) intervistati dal Guardian, i quali raccontano come ci siano stati problemi nei vari stadi di sviluppo dei driver e come l’ultima versione sia arrivata talmente in ritardo che molte compagnie (da Realtek ad Analog Devices fino anche a SoundMAX) non si sono potute adeguare e hanno messo sul mercato prodotti che si basavano sulle versioni precedenti. E le cose non vanno meglio con le schede sonore non integrate come quelle Creative.
La cosa più grave dunque è che diverse figure professionali e diversi hardware soffrono di diversi problemi, incluso quello della latenza. Certo le cose stanno migliorando e non lo dicono solo alla Microsoft: anche gli esperti del settore concordano sul fatto che le potenzialità ci sono e che si sta lavorando nella direzione corretta, specialmente considerando l’architettura a 64bit, cui però in pochi intendono muoversi al momento.
La notizia non è delle migliori, comunque, specialmente se si calcola che Apple, che è già incorsa in simili problemi almeno 5 anni fa con il passaggio ad OSX, ormai detiene più di un terzo del mercato dei professionisti dell’audio.