Wired Rave Awards 2004. Sull’altare Steve Jobs, “il visionario”. Il suo “think different” continua a valergli una posizione di primo piano, gli elogi si sprecano ed il suo occhiale dalla lente rotonda è vera e propria icona di un mondo a se stante che negli ultimi tempi ha imposto i ritmi propri al settore dell’informatica e dell’intrattenimento. La sua posizione semi-divina all’interno del mondo che circonda la mela di Cupertino, però, diventa spesso penalizzante per l’azienda: mentre ai Rave Awards Jobs vince, Apple infatti perde. Sonoramente.
La vittoria di Steve Jobs arriva sotto il fregio di «the mavericks, the dreamers, the innovators», ovvero il “Renegade” dell’anno. Tra i suoi meriti quello di aver pensato una rivoluzione come iTunes e di aver raggiunto una assoluta eccellenza con “Alla ricerca di Nemo” (creazione Pixar). Tra gli sconfitti nella sua categoria: Burt Rutan, fondatore di Scaled Composites; Linus Torvalds, guru di Linux; Niklas Zennström e Janus Friis, cofondatori del fenomeno VoIP Skipe.
La sconfitta di Apple, invece, matura direttamente nell’ambito software. Ed è una sconfitta che travalica la semplice sfida tecnologica in quanto giunge dallo stesso ambito di applicazione ed è inflitta da una scuola filosofica decisamente opposta a quella Apple. Il premio va infatti a Bram Cohen, un programmatore dal grande talento che va a meritare la lode personale grazie al suo prodotto principale, il network P2P BitTorrent.
Tale rete occupa ad oggi circa 10 milioni di macchine in tutto il mondo, è espressamente dedicata al peer-to-peer ed ha un’etica intrinseca tale da fare in modo che più si condivide in output e più si è facilitati a condividere in input: logica quantomai ispirata alla pura etica del file-sharing con precisa e sperticata inclinazione a favorire l’estensione del fenomeno.
Cohen non è meno certamente meno visionario di Jobs: si dichiara frustrato dall’esperienza professionale, ha raccolto vittorie in concorsi matematici, confida (non manca di ironia) di odiare i computer, è affascinato dagli algoritmi e si diletta con esercizi da giocoliere ed origami. In questo complesso quadro egli ha dato origine a BitTorrent ed ora può fregiarsi di aver battuto iTunes proprio nell’anno della sua vera esplosione rivoluzionaria.
iTunes non guadagna neppure la posizione d’onore, superato nella speciale classifica del Wired anche da Jonathan Abrams (nome a cui fa riferimento il noto Friendster) e dal gruppo Skipe formato da Toivo Annus, Janus Friis, Ahti Heinla, Priit Kasesalu, Jaan Tallin e Niklas Zennström.