Il computer più vecchio della storia torna nuovamente a funzionare, mettendosi in mostra al National Museum of Computing di Bletchley Park. Trattasi di Harwell, nato nel 1951 per fornire supporto nelle ricerche nel campo dell’energia nucleare e finito nel dimenticatoio a partire dal 1973. Da allora ha avuto principalmente lo scopo di fungere da ulteriore pezzo di esposizione in un museo di Birmingham, ma dal 2009 alcuni ingegneri hanno avviato un’opera di restaurazione ora terminata e grazie alla quale sarà possibile restituire al mondo ed alle piene funzionalità il primo esempio di calcolatore digitale.
Vecchio di oltre sessanta anni, tale computer è stato ribattezzato Wolverhampton Instrument for Teaching Computing from Harwell (WITCH) e non può reggere minimamente il confronto anche con il più semplice sistema di elaborazione moderno. Le operazioni vengono infatti in seguiti in tempi decisamente superiori, al punto che per eseguire una semplice moltiplicazione tra due numeri sono richiesti dai 5 ai 10 secondi. WITCH, d’altro canto, è tuttavia fortemente autonomo, potendo lavorare indipendentemente per svariate ore al fine di eseguire gli algoritmi posti in ingresso.
Tali algoritmi vengono forniti al computer mediante schede perforate, le quali vengono lette ed analizzate, dopo di che viene avviato un processo di copia all’interno della memoria volatile. Quest’ultima è realizzata utilizzando contatori Dekatron, motivo per cui l’intera macchina adopera un’aritmetica in base 10 piuttosto che l’attuale aritmetica binaria, alla base di ogni sistema di elaborazione. Il totale di memoria a disposizione è pari a 40 numeri immagazzinabili da 8 cifre, praticamente nulla rispetto a quanto possibile ad oggi grazie ai progressi compiuti nel campo dell’elettronica. L’output viene fornito sia tramite schede perforate che attraverso una macchina da scrivere elettromeccanica.
WITCH è insomma un pezzo di storia dell’informatica, il quale grazie al lavoro svolto da un team composto da diversi ingegneri e ricercatori può ora mostrarsi al mondo intero pienamente funzionante, eseguendo semplici algoritmi per illustrare al pubblico l’alba del settore dell’elaborazione digitale.
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