La situazione sembra essere ai ferri corti tra Matt Mullenweg, creatore della celebre piattaforma di blogging WordPress, e Chris Pearson, uno degli sviluppatori di temi a pagamento più celebri del web. I due, infatti, sono arrivati a scontrarsi verbalmente, minacciando addirittura di ricorrere a vie legali. Il motivo della contesa è molto semplice: da sempre WordPress è stato rilasciato sotto licenza GPL, e secondo le idee del suo ideatore ogni prodotto realizzato per tale piattaforma, dai temi ai plugin, deve essere rilasciato con la stessa licenza.
Mullenweg ha dunque puntato il dito contro chiunque non sviluppi codice per WordPress rilasciandolo con licenza GPL, definendoli come un male per l’intera piattaforma. Pearson si è dunque sentito tirato in causa, e da qui è nata una lunga discussione tra i due, a suon di tweet sui rispettivi account Twitter. Lo sviluppatore di temi non vede come la licenza GPL di WordPress debba obbligatoriamente riflettersi anche sui componenti aggiuntivi realizzati da terzi, soprattutto se questi non sono liberamente scaricabili ma richiedono di essere acquistati.
D’altro canto, Mullenweg sostiene che una delle clausole contenute all’interno della licenza GPL obbliga chiunque sviluppi componenti da utilizzare poi su una piattaforma GPL ad utilizzare la medesima licenza. Sulla base di tale clausola ha dichiarato anche di essere pronto a portare Pearson in un’aula di tribunale pur di far valere quanto imposto dalla GPL.
La discussione su Twitter tra i due è andata avanti a lungo, per poi trasferirsi su Mixergy: qui Andrew Warner, creatore proprio di Mixergy, ha cercato di fare da paciere, dando ad entrambi la possibilità di discutere sull’argomento. Il risultato, però, è stato un nulla di fatto. Quest’ultima parte del dibattito, se così si può definire, è disponibile sul sito web di Mixergy, sotto forma di clip video o di traccia audio da ascoltare con un semplice riproduttore multimediale.
Immediata anche la reazione della blogosfera più attiva: Luca Filigheddu, ad esempio, ostiene che non c’è assolutamente niente di male se qualcuno sviluppa temi per WordPress ricavando anche qualcosa in termini economici. Del resto, sempre secondo Filigheddu, molti temi a pagamento forniscono all’utente che ne acquista i diritti d’uso strumenti molto validi, che permettono di incrementare le funzionalità dell’intera piattaforma.
Sulla stessa posizione anche 1938Media, il quale sostiene che, per quanto sia utile all’intera comunità il rilascio del proprio codice sotto licenza GPL, nessuno può imporre agli altri i propri ideali. Pearson ha solo cercato di proteggere le proprie creazioni, tra le quali spicca il tema Thesis, e dunque non ha violato alcuna regola etica o morale.
Di altro avviso, invece, The Next Web: in un interessante articolo viene infatti evidenziato come, in caso di effettivo ricorso alle vie legali, la vittoria di Mullenweg rappresenterebbe una vittoria per tutto il movimento Open Source e per la stessa licenza GPL, che finalmente avrebbe anche un appoggio a livello legale. A prendere le difese del creatore di WordPress c’è anche John Saddington, altro sviluppatore di temi per WordPress: citato nello stesso articolo, Saddington mette in risalto l’importante legame che si è venuto a creare tra la piattaforma e la sua community, senza la quale non avrebbe motivo di esistere, grazie proprio alla licenza GPL. La battaglia tra Mullenweg e Pearson non finisce certamente qui, e potrà avere risvolti anche importanti a seconda di come le parti decideranno di muoversi.