Da ottobre 2022 Twitter è di proprietà di Elon Musk, che nel giro di poche settimane gli ha cambiato nome in X, come una delle sue prime aziende, diventata col tempo Paypal. L’acquisizione oltre al cambio di nome, ha portato un allentamento di alcune policy particolarmente restrittive riguardo contenuti violenti e d’odio (in tal senso è molto probabile una maxi multa da parte dell’Unione Europea) , cosa questa che nelle intenzioni di Musk avrebbe allargato di molto il bacino di utenti del social network, nel nome della libertà di pensiero. Musk stesso a marzo aveva pubblicato un post dicendo che gli utenti attivi mensili erano circa 600 milioni, la metà dei quali circa attivi giornalmente. Sembrerebbero numeri elevati in senso assoluto. Ma questa cifra è ferma da mesi, X è bloccato e non cresce più.
I numeri non mentono: X da mesi ha raggiunto il picco di utenti mensili, non scendono ma nemmeno crescono, se non di uno striminzito 1,6% rispetto allo scorso anno. Decisamente poco visto il valore dell’acquisizione di Musk. Gli utenti mensili attivi sono cresciuti, anche di parecchio, 100 milioni in poco più di un anno, ma quelli che realmente lo usano con continuità giorno dopo giorno sono meno della metà. Di questo ne ha beneficiato Threads, la risposta Meta a X, nata lo scorso anno per cercare di capitalizzare proprio sugli utenti a cui il cambio di padrone, nome e policy di Twitter non era piaciuto. In un anno Threds ha raggiunto i 175 milioni di utenti attivi al mese. Un numero più basso di quello di X certo, ma con un solo anno alle spalle e un work in progress continuo di contenuti è un traguardo assolutamente da non sottovalutare.