Niente Xbox 360 o PS3 in carcere. La decisione è stata presa dagli esperti della sicurezza nel Regno Unito, ma il fatto ha immediatamente fatto discutere in quanto sembra esserci un eccesso di zelo o di protagonismo nel ragionamento che ha portato all’inappellabile dictat. Il segnale di off-limites è stato sventolato di fronte ai brand Xbox, PlayStation 3 e PSP con una motivazione chiara e semplice: tali strumentazioni, se opportunamente modificate, potrebbero diventare organi trasmissivi pericolosi con i quali, dal carcere, poter controllare operazioni esterne.
La notizia è stata segnalata originariamente su The Sun, ove il tutto viene fatto risalire originariamente ad una ricerca basata sulla tecnologia PS2. A maggior ragione tutte le console di nuova generazione subirebbero la stessa sorte. Il Mirror riprende la notizia e conferma il “ban”: nessuna console va ammessa all’interno del regime carcerario in quanto è un mezzo potenziale per dialogare efficacemente con l’esterno interrompendo il necessario isolamento e mettendo in pericolo, in certi casi, addirittura la sicurezza nazionale.
A distanza di poche ore la notizia giunge anche su La Repubblica, ove è segnalata l’orda di indignazione che ha permeato alcuni dei siti di videogiocatori italiani. Il tutto, però, ha già un precedente: era l’agosto 2004 quanto in Svezia si notò come bastavano elementari nozioni di elettronica per poter trasformare una qualsiasi console in un’arma comunicativa efficace e pericolosa. Il divieto partì dunque dal nord e a distanza di due anni approda nel Regno Unito: l’aumentata potenza delle nuove console potrebbe ora far deflagrare il caso e suggerire identica soluzione anche altrove.