Google e Yahoo sono chiamate a rispondere alle accuse provenienti dai legali Xerox. Una duplice denuncia, infatti, è stata depositata contro i due gruppi contestando la parallela violazione di 2 brevetti che Xerox ha registrato nel 2001 (n. 6,236,994) e nel 2004 (n. 6,778,979).
Xerox spiega di aver tentato di trovare un accordo con le due aziende, ma di non essere riuscita a veder riconosciuta la proprietà intellettuale e rispettati i brevetti. Per questo motivo la Xerox ha deciso di passare alle vie legali dopo che con le buone i risultati auspicati non sono stati raggiunti. Il primo brevetto scagliato contro i due motori di ricerca più utilizzati al mondo è relativo alla generazione automatica di una query sulla base delle parole chiave digitate (nel mirino servizi quali AdSense, AdWords, Yahoo Search Marketing, Yahoo Publishing Network e Y!Q Contextual Search). Il secondo brevetto è relativo a “metodi ed apparati per l’integrazione di informazioni e conoscenza” (nel mirino, in questo caso, Google Maps, Google video, YouTube e Yahoo Shopping).
Yahoo non ha immediatamente commentato nel merito la denuncia (il gruppo nega però proprie violazioni, preannunciando battaglia), mentre da Google giunge immediata replica finalizzata a definire «prive di merito» le accuse Xerox. La documentazione depositata da Xerox, curiosamente, non fa cenno alcuno a Bing, ignorando pertanto la terza realtà che sta tentando di emergere nel mercato fino ad oggi controllato dai motori di Sunnyvale e Mountain View.
Spesso i grandi gruppi del mercato sono colpiti dalle punzecchiature di patent troll che tentano di monetizzare il proprio portfolio brevetti in qualche modo. Non è questo il caso: la Xerox è una azienda di grande contenuto e grandi tradizioni, la cui denuncia andrà pertanto valutata con somma serietà dai rispettivi uffici legali.