Il progetto One Laptop Per Child di Nicholas Negroponte non è mai decollato, ma nonostante tutto va avanti. Non ha mai raggiunto l’obiettivo del laptop da 100 dollari, ma nonostante tutto non demorde. Nel tempo ha perso due collaboratori (Mary Lou Jepsen e Walter Bender) i quali hanno avviato progetti paralleli alternativi, ma nonostante tutto nulla s’è inceppato. Recentemente il team ha visto ridotto lo stipendio ed una parte sostanziosa è anche stata tagliata via, ma nonostante tutto rimane la progettualità per un prossimo modello. L’OLPC, insomma, nonostante tutto è ancora vivo. Ed è pronto al rilancio.
Il progetto di Negroponte parte ormai da lontano, da quella chimera del laptop da 100 dollari che avrebbe cambiato i destini del terzo mondo: cultura, educazione scolastica, diffusione della conoscenza, riduzione dei costi dell’insegnamento. Il tempo ha però dimostrato come i vantaggi fossero difficili da raggiungere mentre i problemi continuavano ad emergere: il costo di produzione non si è abbassato, l’economia di scala non ha svolto il proprio ruolo, il laptop è diventato un nuovo terreno di scontro tra Microsoft ed open source. E nemmeno tutti i dubbi morali sulla vicenda sono mai stati fugati. Anzi.
L’OLPC giunge ora alla seconda versione, peraltro ancor più ambiziosa anche a livello di prezzo: 75 dollari. La prima immagine (dopo le anteprime di metà 2008) giungeda Tariq Krim, fondatore e CEO del gruppo Netbvibes, ed il contesto della privata presentazione potrebb essere quello del World Economic Forum di Davos, in Svizzera:
Dall’immagine, nonostante la problematica risoluzione, si possono evincere già interessanti particolari sulla nuova progettualità. Innanzitutto è evidente la struttura a libro ed il doppio touchscreen: la cosa conferma la possibilità per cui la tastiera possa essere compresa direttamente all’interno del software, eliminando così una componente hardware per andarne ad estendere un’altra nuova: lo schermo sensibile al tocco. Il meccanismo di carica sembra invece inserito in un sistema a strappo, di cui si intravede l’anello di presa nella parte superiore dello scatto.
XO-2 (così verrà battezzato il nuovo OLPC) nascerà concettualmente differente. Per spiegare la cosa Negroponte ha usato una metafora particolarmente significativa, asserendo di aver progettato il primo laptop seguendo le orme di Apple e di aver progettato il secondo laptop seguendo le orme di Google. «vogliamo che la gente lo copi» ha spiegato Negroponte, lasciando dunque intendere la natura open source dell’hardware. Il software, invece, potrebbe essere dual boot, con precaricati tanto Windows quanto Linux.
XO-2 nasce con un approccio opposto rispetto a XO-1: difficile capire se sia questa la trada giusta, ma il tutto suona di sonora bocciatura per la prima generazione del laptop, distribuita in poco più di 1 milione di esemplari anche grazie all’offerta speciale “Give 1 Get 1” che ha portato il curioso modello nelle mani di utenti ben al di fuori dell’area del terzo mondo.