Incidente davvero imbarazzante in casa Yahoo: il nuovo amministratore delegato, Scott Thompson, ha lasciato al board dell’azienda e alla SEC, l’organismo di controllo delle società quotate, un curriculum con indicato un titolo di studio mai conseguito. Sia sul sito della società che negli incartamenti ufficiali per gli azionisti, l’ex CTO di Paypal afferma di avere una laurea in informatica presa allo Stonehill College (Boston). Ma non è affatto così: ha un bachelor in business administration.
Negli Stati Uniti mentire sui propri titoli non è uno sport nazionale che si può risolvere con qualche scopa in mano. L’opinione pubblica può distruggerti per molto meno. Così Yahoo è corsa ai ripari, ma come capita spesso nella gestione di una crisi comunicativa ha peggiorato le cose affermando che si tratta di «un errore involontario». Frase che è stata considerata oltraggiosa.
Il vizietto di Thompson, peraltro, è antico, come hanno dimostrato i siti che hanno trovato le schede di presentazione del CEO di Yahoo del 2010 e anche precedenti: sempre uguali e contenenti lo stesso titolo di studio falso. La questione non è tanto la debolezza dell’aver mentito sulla laurea – o non aver controllato: Thompson giura di non sapere chi ha aggiunto quella linea – quanto la situazione molto delicata dal punto di vista aziendale: Yahoo è alle prese con la delicata battaglia legale con Facebook, in piena ristrutturazione con 2000 dipendenti alle porte (decisione presa proprio dal nuovo amministratore) e una revisione dei dipartimenti da lasciare e quelli da salvare che ha messo in fibrillazione alcuni azionisti di peso a partire da Dan Loeb, a capo di un fondo di investimento, il quale ha sollevato lo scandalo per rimettere in discussione le ultime decisioni del consiglio di amministrazione.
Una lotta di potere che tange minimamente la questione della laurea informatica, titolo che nella Silicon Valley è considerata buona per i dipendenti, non certo per i condottieri, visto che né Bill Gates né Mark Zuckerberg ne hanno una. La biografia di Thompson dovrà essere immediatamente aggiornata per la SEC, ma i commentatori ritengono improbabile che questo possa causarne il licenziamento. Di certo, l’ha indebolito politicamente all’interno della società in cui opera dall’inizio dell’anno. E ne ha messa in ridicolo la figura, l’autorevolezza ed il pedigree maturato con una carriera, fin qui, di successo.