Nella vicenda Microhoo scende in campo Bill Gates. Dopo giorni di scaramucce a distanza, con formali lettere di dialogo e vagonate di rumor a circondare l’incredibile OPA Microsoft, la situazione sembrava polarizzare le due parti su posizioni avverse e distanti. L’intervento di Gates sembra rompere gli indugi e, smentendo quanto si sobillava nell’ambiente, mischia di nuovo le carte dopo aver pattato gli ori alla prima tornata.
Dopo la risposta di diniego di Yahoo era giunta una missiva da Redmond riassumibile in un “pensateci bene, pensiamo sia una buona offerta”. Poi il silenzio. I rumor indicavano la possibilità di un aumento della posta da parte di Microsoft, ma prima il weekend e poi il President’s Day hanno fermato la borsa e le attività relative. Il problema è che nel tempo le azioni Microsoft (forte componente del pagamento a Yahoo di quanto offerto nell’OPA) hanno perso quasi il 13% portando così l’offerta globale dai 44.6 miliardi iniziali a circa 40 miliardi. Se Yahoo non era d’accordo prima, dunque, a maggior ragione il diniego ha accumulato buone motivazioni di supporto poi.
Da Yahoo hanno fatto capire che a 40 dollari per azione (non 31, come offerto) l’affare si sarebbe potuto fare. Gli analisti preannunciavano la possibilità di un incontro a metà attorno a quota 35. Gates, ora, smentisce tutto e tutti: «Abbiamo inviato loro una lettera sostenendo il fatto che l’offerta sia giusta […] Dovrebbero riguardarsela per bene». Se Yahoo sostiene che il valore proposto sottovaluti l’impero Yahoo, Microsoft fa invece leva sul trend al ribasso intrapreso negli ultimi mesi dalla controparte. Yahoo ha basso potere contrattuale, Microsoft sembra invece avere tempo e pazienza.
Se il management Yahoo non dovesse cambiare idea (cosa difficile se a monte non c’è un cambiamento nelle condizioni dell’OPA) Microsoft potrebbe avviare un’offerta ostile estesa a tutti gli azionisti del motore: se la maggior parte cede, il management attuale sarebbe pesantemente ostracizzato e già oggi il sentore di un certo distacco dalla base sembra farsi concreto. Non va comunque dimenticato il gioco delle parti su cui si regge una fase come quella attuale: se da una parte Yahoo ha fatto di tutto per dar valore ai propri asset sostenendo inoltre di avere varie possibilità di fronte a sé, Microsoft dall’altra stempera sicurezza arroccandosi sulle proprie posizioni in quanto gli investitori non gradirebbero un aumento della posta per l’operazione in atto. Così facendo il valore delle azioni Microsoft potrebbe salire, portando conseguentemente al rialzo anche l’offerta dell’OPA e maturando così condizioni migliori di fronte alle quali Yahoo potrebbe decidere di alzare bandiera bianca.