Carol Bartz. È questo il nome che contraddistinguerà il futuro di Yahoo. L’epopea di Jerry Jang, sfumata negli ultimi mesi dopo che l’offerta d’acquisto Microsoft ha messo in evidenza tutte le magagne di un gruppo in costante declino, giunge al termine con un passaggio di consegne annunciato come immediatamente effettivo.
La conferma ufficiale giunge da Sunnyvale: Carol Bartz è il nome che compare sul comunicato diramato da Yahoo con entrata ad effetto immediato all’interno del Board of Director con il ruolo di Amministratore Delegato. 60 anni, la Bartz giunge da Autodesk. Il comunicato però subito al dunque: «durante il suo incarico come CEO, le entrate sono cresciute da meno di 300 milioni a più di 1.5 miliardi, e le azioni della compagnia sono cresciute di circa 10 volte.
«Siamo veramente eccitati di avere Carol Bartz alla guida di Yahoo per la prossima era di crescita. Lei è quell’esatta combinazione di dirigente esperta in tecnologia e leader ben informato che il Board stava cercando, e siamo emozionati di aver attratto un tale talento in Yahoo. [Carol Bartz] è tanto ammirata nella Valley quanto lo è a Wall Street per la sua profonda esperienza nel management, il suo forte orientamento verso il cliente, le eccellenti qualità personali […]». Parole di circostanza, ma parole che si concludono unendo l’intero Board attorno al nuovo CEO: il che non è poco, alla luce delle profonde divisioni che hanno contrassegnato l’ultimo anno.
Solo una voce si fa fuori dal coro: Sue Decker, candidata a passare dal ruolo di Presidente a quello di CEO, ha perso la sua sfida personale con la Bartz ed ha così comunicato al Board l’intenzione di lasciare presto il proprio posto. 46 anni, Sue Decker era da tempo un punto fermo del gruppo e la sua sconfitta è stata probabilmente determinata dal lungo attaccamento al corso di Yang, andato ad esaurirsi in queste ore con l’annunciata successione.
La Bartz, da parte sua, spiega tramite il comunicato ufficiale: «Yahoo è un potente brand globale con una gran collezione di asset, tecnologia e talenti. La compagnia ha creato una grande formula nella sua storia relativamente breve e io guardo avanti per lavorare insieme e giungere al prossimo stadio. Nessuno nega che Yahoo abbia affrontato grandi cambiamenti nell’ultimo anno, ma credo che ci sia ora una straordinaria opportunità di creare valore per i nostri azionisti e nuove possibilità per i nostri clienti, partner e dipendenti. Raccoglieremo questa opportunità.
Da Jerry Yang giunge il benvenuto più gradito: l’ex numero uno plaude la scelta del Board e si mette al servizio della Bartz per portare il gruppo ad affrontare a testa alta uno degli anni più difficili della sua storia.
Il nuovo CEO si presenta con un pedigree di tutto rispetto: la sua carriera si è divisa tra Cisco, Sun, 3M e Autodesk, ma il tutto si arricchisce di riconoscimenti quali una posizione tra le “50 donne più importanti nel Business” o una tra i “50 CEO più rispettati al mondo”. La sua vita è stata immediatamente sviscerata sotto ogni suo aspetto: dal difficile compito di essere una delle poche donne ai vertici di una azienda tecnologica, fino all’intervento di rimozione chirurgica di un tumore al seno che l’ha tenuta lontana dal lavoro appena qualche settimana. Ma c’è una cosa su tutti che si cerca fin da subito di identificare: la scelta del CEO quale ricaduta avrà sulle avance portate da Microsoft?
Steve Ballmer nega da tempo ogni ulteriore velleità di Redmond su Sunnyvale. Al contempo però, anche durante l’ultimo CES sono tornate in auge le voci di un possibile accordo basato sul Search Advertising, ove Microsoft avrebbe potuto offrire a Yahoo ghiotte opportunità ottenendo in cambio una leva fondamentale per sfidare Google. E si torna così alle scadenze, così da frammentare l’infinita attesa in un incedere organizzato: il 27 gennaio sarà il giorno in cui Yahoo presenterà ai propri azionisti i conti del gruppo. Entro quella data, se son rose potrebbero fiorire: alcune analisi indicano come Microsoft attendesse la scelta del CEO per avere finalmente un interlocutore univoco con cui relazionarsi. Ora che l’interlocutore è stato identificato con i crismi dell’ufficialità le parti potrebbero nuovamente tornare ad incontrarsi per capire come e se Microhoo sia una realtà che, sotto qualsiasi forma, possa vedere la luce. Secondo Bloomberg, invece, ci vorrà almeno qualche mese: il nuovo CEO necessita almeno di un semestre per entrare in pieno controllo del proprio gruppo, dunque fino a tale termine non è ipotizzabile alcunché di clamoroso.