L’Instant Search introdotto da Google sul suo motore di ricerca poche settimane fa non è una novità assoluta, ma quel che non si sapeva, o comunque che pochi conoscevano, è che la tecnologia alla base della funzionalità appartiene non a Google ma a Yahoo.
Così affermano dalle parti di Sunnyvale, dove si rivendica la paternità sui diritti intellettuali riguardanti le idee su cui il sistema di ricerca in tempo reale “Google Instant” si basa.
A spiegare la posizione di Yahoo è Shashi Seth, responsabile del comparto Search del gruppo, che è ricorso a un “flashback” per dar forza alle sue argomentazioni, tornando indietro fino al 2005 quando Yahoo muoveva i primi passi nel campo dell’instant search con Alltheweb e con Yahoo Instant Search in seguito.
I progetti furono in seguito abbandonati dal gruppo, quasi certamente perché ritenuti poco utili a quel tempo, ma resta comunque il fatto che l’idea prima, quella che viene altresì definita proprietà intellettuale, sia rimasta in mano a Yahoo, tanto che Seth parla di 5 brevetti ancora in mano alla sua azienda: diritti che non saranno rivendicati con forza, ma per i quali ancora non è giunta alcuna presa di posizione ufficiale.
Non sono poi mancate le critiche per come Google ha implementato la nuova funzione, con il solo scopo, secondo Seth, di puntare al “bombardamento” degli utenti di link commerciali visualizzati durante la digitazione stessa i cui vantaggi sono da ricercare in un aumento dei ricavi dell’advertising.
Yahoo sembra quindi aver lanciato il sasso e non rimane che attendere la probabile risposta di Google. Certo è che le dichiarazioni di Seth potrebbero aprire la via a un contenzioso legale, e non solo, che rinnoverebbe la sfida di Yahoo per quanto concerne i motori di ricerca, settore in cui il gruppo ha perso significative quote e il cui rilancio potrebbe passare proprio per l’Instant Search.