Yahoo prova a difendersi dalle accuse di aver spiato le email dei suoi utenti. Secondo Reuters, infatti, la società aveva predisposto un software in grado di tenere sotto controllo in tempo reale la corrispondenza degli utenti, allegati compresi, per individuare messaggi contenenti precise parole. Dati che sarebbero, poi, stati rigirati ai 007 americani. Ma per la società, trattasi di notizie fuorvianti. Yahoo afferma che un software così descritto non esiste e che hanno sempre adoperato un metodo restrittivo nel permettere alle autorità di mettere le mani sui dati degli utenti.
Yahoo, dunque, nega le accuse lanciate da Reuters. Tuttavia, NY Times e Reuters rilanciano provando a spiegare esattamente cosa avrebbe fatto il motore di ricerca. Secondo il New York Times, a differenza del rapporto originale Reuters che ha parlato di una “direttiva” (che implicherebbe il programma di sorveglianza della NSA ai sensi della sezione 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act), la scansione delle email era in realtà il risultato di una più tradizionale ordine FISA (atto sulla sorveglianza e l’intelligence straniera) di una corte. A Yahoo sarebbe stato ordinato, l’anno scorso, di cercare messaggi di posta elettronica in arrivo contenenti una “firma digitale” utilizzata da un’organizzazione terroristica straniera, secondo un funzionario del governo che è a conoscenza del caso. Il Dipartimento di Giustizia ha ottenuto l’ordine da un giudice della Foreign Intelligence Surveillance Court.
Per soddisfare l’ordine, Yahoo avrebbe utilizzato una versione modificata dei propri sistemi esistenti che analizzano tutto il traffico delle email in entrata per bloccare spam, malware e immagini di pornografia infantile. Il sistema avrebbe memorizzato i messaggi contenenti la firma digitale incriminata che sarebbero poi stati messi a disposizione della Federal Bureau of Investigation.
Alcuni avevano ipotizzato che questo era quello che era successo davvero, ma c’era ancora una certa confusione sull’uso originale Reuters del termine “direttiva”. Tuttavia, dopo le rivelazioni del New York Times, Reuters è uscita con una nuova relazione che sostiene che la scansione delle email è stato fatta ai sensi della sezione 702 del programma.
La richiesta a Yahoo sarebbe passata sotto il Foreign Intelligence Surveillance Act. Le fonti hanno detto che la richiesta è stata rilasciata sotto una disposizione della legge nota come sezione 702, che scadrà il 31 dicembre 2017, a meno che i legislatori non agiscano per rinnovarla. Ma, il rapporto Reuters rileva, inoltre, che c’era un mandato “FISA” associato alla richiesta.
Ad ogni modo, questo pone nuovamente l’accento sui problemi con il Foreign Intelligence Surveillance Act che tanto aveva già fatto discutere. I problemi per Yahoo, comunque, non diminuiscono e sicuramente sarà necessaria maggiore chiarezza per capire esattamente cosa sia successo.