Yottabyte!

Yottabyte!

Lo storage sta aumentando ad un ritmo pari al 60% annuo. Oggi tutto lascia traccia, tanto online quanto offline, ed i sistemi di memorizzazione faticano a crescere al ritmo richiesto dal flusso attuale di creazione di risorse da archiviare. Per questo Intel ha voluto spostare l’asticella: oggi lo storage va misurato con nuove unità di misura poiché il grande passo sta nuovamente per essere effettuato e presto saremo nell’era dello “Yottabyte” (e no, non si sta parlando di un cartone animato giapponese).

A questo punto occorre ripartire dalle definizioni ed in questo Wikipedia può essere di immediato aiuto: «Lo yottabyte è una unità di misura dell’ informazione o della quantità di dati, il termine deriva dalla unione del prefisso SI yotta con byte ed ha per simbolo YB». 1000 all’ottava potenza, oppure 10 alla ventiquattresima potenza, oppure ancora un 1 con 24 zeri. La successione prevede che dopo il gigabyte vi sia il terabyte, e fin qui si naviga ancora nella sfera “consumer”; si passa quindi a petabyte ed exabyte (per rendere l’idea: nel 2008 Google dichiarava di processare 1 petabyte ogni 6 ore, qualcosa che oggi è ormai ampiamente superato anche a Mountain View). Si arriva quindi a zettabyte e yottabyte, il presente ed il futuro della dimensione digitale del mondo dello storage.

Jim Held, responsabile Intel che ha voluto puntualizzare la questione, ricorda come fonti quali Large Hadron Collider e YouTube siano fonti continue di immense quantità di dati, qualcosa che costringe a tenere in considerazione il fenomeno alla luce di quelle che saranno le infrastrutture di storage e di trasporto di banda del futuro.

Insomma, quando vi chiederanno in che tempo siete vissuti, ora potrete rispondere con sicurezza. E tutto ciò mentre vostro figlio infilerà nel pc la sua ultima penna USB 5.0 da 4 petabyte.

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