La storia di YouKioske, l’edicola online dei pdf di quotidiani di tutto il mondo nata in Spagna, finisce come era prevedibile: chiusura del sito e arresto dei suoi ideatori. David e Oscar Gonzalez Ruz e il socio Raùl Antonio Luque sono stati tratti in arresto con l’accusa di violazione della proprietà intellettuale e, addirittura, concorso in organizzazione criminale.
YouKioske era diventata in breve tempo l’edicola online più frequentata e popolare del web, grazie alle migliaia di versioni pdf dei giornali in tutte le lingue (compresa quella italiana) che forniva. Una specie di MegaUpload specializzato negli organi di informazione cartacei basato su un meccanismo estremamente semplice: i tre soci scaricavano legalmente i file e poi li mettevano a disposizione sul sito.
Un file sharing netto e senza fronzoli, che ovviamente non poteva durare ancora a lungo, visto che già in marzo un giudice spagnolo ne aveva chiesto la chiusura, rimandata solo per questioni di giurisdizione. Stando alle notizie che arrivano dalla Spagna, la polizia ha arrestato i responsabili di YouKioske all’inizio della settimana – rilasciandoli poi su cauzione – mentre il sito youkioske.com è stato chiuso (non oscurato tramite sentenza: è una sospensione cautelare parte integrante dell’ordinanza di fermo). Gli ufficiali hanno sequestrato i computer nel seminterrato della villa dei due fratelli Gonzalez Ruz, e dispongono di intercettazioni e altro materiale grazie al quale sono certi di poter mettere alla sbarra gli inventori di questo chiosco di giornali con gli stessi contenuti legali delle edicole ufficiali ma più efficiente, veloce e accattivante. Un successo eccezionale, capace di produrre un introito pubblicitario pari a 100 mila euro al mese soltanto nell’ultimo anno. Il tutto, però, in modo illecito.
La vicenda naturalmente già sta spaccando i commentatori, anche se sembra arduo difendere questo genere di servizi, essendo abbastanza semplice non solo trovarne di altri, ma anche di legali e spesso gratuiti. Basti pensare, ad esempio, all’esperienza italiana di MediaLibrary.
La questione, invece, appartiene alla lotta senza quartiere fra editori e pirateria. Come racconta El Mundo, l’Aede (Asociación de Editores de Diarios Españoles) si è vivamente complimentata per l’operazione e lo stesso giornale ha collaborato con le indagini sottoscrivendo il concetto:
L’azienda ha sempre sostenuto la persecuzione della pirateria dei contenuti su Internet, sia attraverso aggregatori di contenuti, copie cache o parziale, che tramite molte altre minacce digitali. Si tratta di modelli criminali, di formule che violano il Copyright, in base al quale gli editori sono gli unici proprietari del contenuto della loro stampa e pubblicazioni digitali, e specificando che nessun terzo può usufruire di questi contenuti senza il consenso esplicito di loro legittimi proprietari.