Curiose dichiarazioni quelle che Young Sohn, il Chief Strategy Officer di Samsung, ha rilasciato al MIT Technology Review: il dirigente ha ammesso di essere un utente Apple di lungo corso. Certo, i prodotti con la Mela morsicata fanno capolino nella sua vita solo nel tempo libero e ovviamente non rinnega il valore dei device della sua stessa azienda. Ma queste dichiarazioni rischiano di alimentare nuovamente la rivalità fra due società che, negli ultimi tempi, non sembra vadano molto d’accordo.
Sohn, cresciuto nella Silicon Valley e da sempre estremo amante della tecnologia, dallo scorso agosto si occupa di strategie d’innovazione a livello globale per il colosso coreano. Ama i Galaxy TAB, ritiene il Galaxy S III come lo smartphone migliore sulla piazza, ma quando si tratta di rilassarsi a casa non ha dubbi: la sua scelta è Apple.
Il dirigente ammette una delle grandi forze del rivale di mercato: il suo ecosistema perfettamente integrato, che si traduce in ambiente stress-free per l’utente. Un ecosistema che ha però delle limitazioni, come la compatibilità con feature e servizi al di fuori del suo walled garden, fatto questo che non coinvolge invece Samsung. Ecco le dichiarazioni:
Uso un Mac, in realtà, a casa. Ho sempre usato un Mac, un iPhone e un iPad. Ho anche un Galaxy. Il punto di forza di Apple non è il prodotto in sé. È il fatto che gli utenti amano il loro ecosistema, come iCloud. Mi piace il fatto che la mia famiglia in Korea, a 6.000 miglia di distanza, possa accedere ai miei appuntamenti, condividere i miei contatti o vedere le mie fotografie. […] Al lavoro utilizzo device Samsung, a casa Apple, soprattutto perché tutti i miei file sono pensati per i loro sistemi. È limitante, non crede? Comunque, sono riuscito a sincronizzare i miei contatti e il mio calendario tra i due sistemi. Si può fare. È un po’ complesso, ma si può fare.
Insomma, soddisfazione per Apple ma anche un vago senso di costrizione in gabbia per Sohn, dato l’ecosistema targato Mela ben definito e ben recintato. Un ecosistema che rende difficile il passaggio ad altri mondi, così come l’odierna survey di Reuters ha dimostrato: Apple funziona perché, in qualche modo, gli utenti rimangono legati a delle feature che altrove non trovano. E quelle fornite dalla concorrenza, seppur di appeal, non sono ancora in grado di giustificare un salto che costringa all’aggiornamento di file, musica, contatti e qualsiasi altro elemento un utilizzatore possa aver archiviato nel tempo.