Che cosa hanno in comune YouPorn e Perez Hilton, oltre che proporre ragazze succinte, seppur in atteggiamenti diversi? La risposta è molto semplice: la violazione della privacy. Secondo una ricerca dell’Università di San Diego in California, gran parte dei servizi più pruriginosi della Rete spierebbero i comportamenti degli utenti non solo salvando la cronologia di navigazione, ma addirittura raccogliendo dati sensibili come la localizzazione del computer.
Nessuno avrebbe mai pensato di essere spiato durante la fruizione di materiale pornografico nell’intimità della propria casa. E, invece, un nemico si aggirerebbe dietro alle immagini hot di oltre 485 siti Web: trattasi di semplice codice Javascript, utilizzato malignamente per rubare informazioni personali sugli utilizzatori. Tramite le funzioni di “History Sniffing“, “Location Hijacking” e “Cookie Stealing“, l’industria del porno online, così come quella del gossip più malizioso, riuscirebbero a scoprire gusti, abitudini di navigazione, dati personali dei netizen più spinti che, addirittura, arrivano ad essere geolocalizzati. Di particolare gravità l’accesso indebito ai cookie: i malintenzionati, infatti, potrebbero scoprire username e password di svariati servizi, come ad esempio la posta elettronica o l’online banking.
La ricerca, condotta su circa 50.000 siti, ha dimostrato come non sia solo il settore dell’intrattenimento per adulti ad adottare questa pratica illecita. Ne sono coinvolte, infatti, anche testate autorevoli come Wired e, non ultimo, siti di fruizione di massa come quello di Microsoft. Fortunatamente in molti di questi casi sembra che si ricorra ai mezzi anti-privacy prevalentemente a scopi di advertising, anziché per effettuare frodi informatiche quale la clonazione dei dati bancari. In questo modo, infatti, i portali in questione possono proporre pubblicità ad hoc sul singolo utente: riviste affini, software e, ovviamente, generi hard di proprio gradimento. Quante volte ci è stato proposto, ad esempio, di “incontrare single per serate erotiche” nella nostra città, con poco margine di errore sulla nostra effettiva posizione?
La polemica sta velocemente montando in rete, in particolare perché va a colpire siti di larghissima diffusione e potenzialmente imbarazzanti: cosa potrebbe succedere qualora un malintenzionato rendesse pubbliche le preferenze più intime dei navigatori? Porno e Web sono, di conseguenza, destinati a scardinare il concetto di intimità così come lo abbiamo sempre conosciuto e, forse, non appare affatto azzardato tornare alle vecchie e care videocassette o, meglio, alla carta stampata. Almeno in materia di porno, l’unica controindicazione è il sorriso compiaciuto dell’edicolante.