Fin dall’ormai lontano 2007 il Partner Program messo in campo da YouTube consente ai creatori di contenuti di monetizzare il loro impegno nella realizzazione dei filmati, attraverso la visualizzazione di inserzioni pubblicitarie che precedono o accompagnano lo streaming video. Oggi la piattaforma annuncia l’introduzione di una soglia minima di view necessarie per farne parte.
È obbligatorio aver raggiunto le 10.000 visualizzazioni prima di poter entrare a fare parte del programma. Una misura che ha l’obiettivo ufficiale di consentire a YouTube la verifica della validità del canale e la finalità non dichiarata di combattere un fenomeno che di recente ha visto alcuni importanti acquirenti di advertising abbandonare il servizio. Tutto è iniziato nel mese di febbraio, quando la redazione del Times ha scoperto che alcune pubblicità acquistate dalla BBC erano state affiancate a clip pubblicate da David Duke (ex membro del Ku Klux Klan) e da Wagdi Ghoneim (predicatore islamico bandito dal territorio UK per incitazione all’odio).
È allora che nomi importanti come AT&T, Verizon, Wal-Mart e Pepsi, oltre al governo australiano, hanno deciso di non investire più in inserzioni su YouTube. Per arginare il fenomeno ed evitare che altri brand possano fare altrettanto, l’azienda californiana ha dunque deciso di impostare una soglia minima da raggiungere in termini di visualizzazioni prima che possano essere trasmessi gli spot, così da essere in grado di esercitare un maggior controllo sulla qualità dei contenuti in streaming.
Altre iniziative messe in campo riguardano l’impiego di sistemi evoluti di intelligenza artificiale e machine learning per individuare le clip potenzialmente offensive (o comunque in disaccordo con le policy della piattaforma) non appena caricate, nonché strumenti di gestione avanzati offerti agli inserzionisti. Andrà verificato se la mossa sarà in grado di rivelarsi efficace per evitare l’esodo a cui si è assistito nel corso degli ultimi mesi.