YouTube sembra aver trovato il cavallo giusto: dopo un po’ di mesi in cui ha sperimentato il servizio assieme ad un circolo ristretto di partner, a partire da Marzo il servizio allargherà la propria nuova modalità di advertising a molte più aziende.
Si tratta di un’idea che coniuga il problema di molti video caricati dagli utenti (User Generated Content), contenenti immagini o musiche coperte da copyright, con la tecnologia di filtraggio che la società ha dovuto implementare sotto la pressione legale di Viacom ed altri. Tale tecnologia, denominata Content ID, individua la presenza di materiale appartenente alle compagnie che hanno aderito al programma e, invece di rimuovere i video che li contengono dal sito (cosa che avviene solo nel 10% dei casi), visualizza un banner.
I proventi ovviamente non andranno all’utente che ha uploadato il video, ma saranno invece divisi tra Google e la compagnia che è proprietaria del contenuto sotto copyright. Così facendo i piccioni presi sono due: da una parte le grandi major e gli studios non protestano più per gli upload non autorizzati e dall’altra si monetizzano i video più preziosi di YouTube regolarizzandone peraltro la presenza stessa.
Infatti uno dei problemi più pressanti che erano emersi nell’ultimo periodo per il più grande sito di video sharing della rete era proprio quello di non essere capace di trasformare in denaro l’incredibile base utenti di cui dispone. Ora l’idea di un simile sistema di advertising apre molte porte in grado di traghettare il bilancio in attivo.
Quello che si spera negli uffici YouTube, inoltre, è che cominciare ad avere un flusso monetario in entrata dal loro sito spinga i grossi player ad adottare strategie personali di posizionamento in rete. Al momento solo un network come la CBS avrebbe scelto quella direzione per impostare la propria presenza sul Web.