L’acquisizione di YouTube da parte di Google ha, per l’opinione generale espressa su blog e analisi giornalistiche, un tallone d’Achille su tutti: la minaccia proveniente dai contenuti illegali. Per saltare via l’ostacolo tanto YouTube quanto Google hanno già siglato accordi con alcune major dell’industria discografica, ma l’iniziativa non copre sicuramente tutti i detentori di diritti ed i primi detrattori iniziano a farsi avanti.
Il primo nome a diffidare a mezzo stampa YouTube è YLE, broadcaster finlandese che rivendica la presenza di vari propri programmi sul sito acquisito da Google. L’iniziativa appare fin da subito pretestuosa: sebbene YLE minacci Google avanzando la possibilità di agire legalmente contro il gruppo di Mountain View, la richiesta si configura più come una leva per avanzare richieste in merito al valore dei propri diritti. La minaccia è comunque ufficiale ed articolata: YLE avanza la possibilità di unirsi ad altri gruppi finlandesi per portare avanti la battaglia legale, ma nello stesso documento non nega la possibilità di un accordo promozionale direttamente sugli spazi YouTube.
Una pace immediata, insomma, potrebbe essere nell’aria: YLE potrebbe essere il primo di tanti gruppi ad accordarsi con YouTube per avere un contratto formale con il gruppo, dal quale riscuotere poi compensi per ogni programma immesso nell’immenso database video di Google. Google, da parte sua, trae il proprio lucro dalle pubblicità, ma l’uso parassitario di contenuti altrui potrebbe trovare in questa formula una bonifica graduale del proprio operato. Anche MySpace ha iniziato fin da subito il suo braccio di ferro: Rupert Murdoch sembra essere stato impressionato poco positivamente dall’accordo raggiunto, ma nel contempo il gruppo si apre ad un accordo con Google per la distribuzione delle pubblicità anche tramite i video di MySpace. Rapporto altalenante, frutto evidentemente di un avvicinamento ancora in piena tensione.
L’acquisizione da 1.65 miliardi di dollari ha riscosso grande eco su tutti i media. È evidente, infatti, la portata tanto del fenomeno culturale nascosto nella rivoluzione YouTube quanto della dimensione che Google va assumendo nel comparto dei media. La minaccia dei contenuti protetti è l’unica grande spada di Damocle sul progetto, dopodichè v’è al momento v’è la strada spianata verso la monetizzazione. Microsoft, MySpace ed eBay permettendo.